Daily Archives: 30 Luglio 2023

È morto Vittorio Prodi, fratello di Romano ed ex parlamentare europeo

Nuovo lutto per l’ex premier Romano Prodi dopo la morte della moglie Flavia Franzoni. È scomparso a 86 anni dopo una lunga malattia il fratello Vittorio. Anche lui è stato impegnato in politica: presidente della Provincia di Bologna dal 1995 al 2004, è stato parlamentare europeo per due mandati, eletto nel 2004 per la lista di Uniti nell’Ulivo e poi nel 2009.

Era stato europarlamentare per due mandati

Nato a Reggio Emilia il 19 maggi 1937, dopo essersi laureato in fisica all’Università di Bologna nel 1959 è stato professore associato presso il Dipartimento di Fisica dell’ateneo felsineo e ricercatore in diversi istituti nazionali e internazionali. Presidente dell’Azione Cattolica di Bologna dal 1986 al 1992, aveva iniziato a dedicarsi alla vita politica attiva in vista del referendum sulla legge elettorale del 1993, diretto a introdurre il sistema maggioritario. È stato presidente della Provincia di Bologna (dal 1995 al 2004), espressione della Margherita, eletto con oltre il 60 per cento dei voti, e poi come detto deputato del Parlamento europeo, eletto nel 2004, per la lista di Uniti nell’Ulivo nella circoscrizione nord-est, e poi confermato 2009 tra le file del Partito Democratico.

È morto Vittorio Prodi, ex parlamentare europeo e fratello di Romano. Aveva 86 anni ed era malato da tempo.
Vittorio Prodi (Imagoeconomica).

«È scomparso Vittorio Prodi. Uomo delle istituzioni di grande intelligenza e umanità. Con lui ho condiviso tanti momenti di incontro e di impegno. Ricordo con quanta passione, da presidente della Provincia di Bologna, fu protagonista della nascita della Scuola di Pace di Monte Sole a Marzabotto. Vittorio ha meritato davvero la riconoscenza della nostra comunità civile e politica». Così lo ha ricordato Andrea De Maria, deputato del Pd.

La parabola di Wang Jianlin, il tycoon che sognava una Hollywood cinese

Le sue ambizioni erano spaziali. Wang Jianlin voleva creare una Hollywood cinese, offrire al mondo intero un’alternativa alla Walt Disney e, allo stesso tempo, inserirsi nei più blasonati club calcistici europei. Alla fine, in un decennio scarso, i sogni di gloria del tycoon sono naufragati uno dopo l’altro. Sul campo è rimasto un impero in difficoltà, il Dalian Wanda Group, e poco altro. E pensare che nel 2013 Mister Wang era tra gli uomini più ricchi del Dragone, con un patrimonio netto stimato in 14,2 miliardi di dollari. Nel giro di un paio di anni, quell’immensa fortuna è più che triplicata, arrivando a sfondare il tetto dei 31 miliardi a inizio 2017, e Wang divenne il paperone numero uno dell’ex Impero di Mezzo. Da quel momento in poi, però, è letteralmente crollato a picco, tra debiti, investimenti azzardati e il peso di obiettivi poco realistici. La pandemia di Covid-19 ha dato il colpo di grazia a Wang che oggi deve accontentarsi di “vivacchiare” con poco più di 8 miliardi di dollari nel suo portafoglio.

La parabola di Wang Jianlin, il tycoon che sognava una Hollywood cinese
Wang Jianlin a Hefei nel 2016 (Getty Images).

L’ascesa del Dalian Wanda Group: dal calcio al cinema

Per capire la parabola di Wang bisogna partire dalla sua creatura: il Dalian Wanda Group. Il nome del gruppo, a dire il vero, potrebbe suonare familiare. Già, perché questo conglomerato, con interessi nel settore alberghiero, della vendita al dettaglio e nell’immobiliare, è entrato di forza nel mondo del pallone. Prima di tutto dando, dal 2016 al 2022, e per un costo di 10 milioni all’anno, il nome al Wanda Metropolitano, lo stadio dell’Atletico Madrid, squadra di cui il colosso cinese nel triennio 2016-2018 ha detenuto il 20 per cento. Non solo. Wanda Group nel 2016 aveva messo messo le mani anche su Infront, società svizzera che gestisce i diritti televisivi di gran parte del calcio europeo, Lega Calcio compresa. E ancora prima, nel 2013, aveva organizzato a Qingdao, città portuale situata nella provincia cinese orientale dello Shandong, un maxi evento per lanciare quello che nei piani doveva diventare lo studio cinematografico più grande al mondo. Sul red carpet per l’occasione sfilarono (con un invito costato complessivamente una cinquantina di milioni di dollari) i dirigenti di Universal Pictures e Sony Pictures Entertainment, oltre a star di Hollywood, come Leonardo DiCaprio, Catherine Zeta-Jones, Nicole Kidman e John Travolta.

La parabola di Wang Jianlin, il tycoon che sognava una Hollywood cinese
Il logo di Wanda Group (Getty Images).

Come è naufragato il sogno di conquistare Hollywood

Ma da dove è partito Wang? Nato nel 1954 nel Sichuan, crebbe nel bel mezzo della rivoluzione di Mao Zedong. Seguì le orme del padre diventando militare e prestando servizio nell’esercito tra il 1970 e il 1986. Poco più che 30enne, iniziò a lavorare per il governo di Dalian, nella provincia del Liaoning. Qui, nel 1988, in linea con i profondi cambiamenti economici della Cina, trasformò un’impresa immobiliare statale nella Dalian Wanda. Ma perché questo nome? Wanda deriva da “Wàn”, parola che in cinese significa “10 mila”, e “Dá”, cioè “raggiungere”. Il nome dell’azienda era quindi una sorta di slogan che rispecchiava l’aspirazione del fondatore: raggiungere ogni obiettivo. Guidato da un giovane affamato di successo, il gruppo si è espanso, ha acquisito centri commerciali, teatri e hotel, in Cina e all’estero. Con lo sviluppo dell’economia, la fortuna di Mister Wang è cresciuta. L’ascesa di Wanda ha tuttavia iniziato a rallentare nel 2015. Se da un lato la società si espandeva, dall’altro accumulava debiti su debiti, fino a che Wang non è stato costretto a rimodulare le proprie ambizioni. A partire dal 2017, Wanda Group ha così venduto hotel, parchi a tema e altre partecipazioni legate al turismo per un valore di oltre 9 miliardi di dollari, il tutto per evitare la bancarotta. Ha anche abbandonato svariati progetti, inclusa la partecipazione nell’Atlético Madrid. Sacrifici che però non sono stati sufficienti a risanare i bilanci. Il governo di Pechino, allarmato dalle instabili condizioni finanziarie, ne ha limitato la linea di credito. Wanda ha così continuato ad alleggerirsi, liberandosi anche del gigante del cinema AMC Entertainment, acquistato nel 2012 per 2,6 miliardi di dollari. Una decisione che Forbes ha definito senza giri di parole una «ritirata drammatica». Oggi la tempesta non è ancora passata. E Wang sta ancora cercando di evitare il default vendendo asset su asset.

Dalla psilocibina all’oppio: quando le droghe curano

Chi l’avrebbe detto che la controcultura degli Anni 60, che includeva una larga sperimentazione di droghe psichedeliche come l’Lsd da parte di artisti, scrittori e musicisti, sarebbe servita per sviluppare nuovi farmaci? Una delle ultime scoperte in questo senso è che la somministrazione della psilocibina, sostanza contenuta in alcuni funghi allucinogeni, accompagnata da un sostegno psicologico, può aiutare a curare l’anoressia nervosa. La ricerca, condotta su un gruppo di 10 donne adulte tra i 18 e i 40 anni, è stata pubblicata su Nature Medicine e indica una nuova possibilità di trattamento per questo complesso disturbo mentale.

I risultati dello studio sulla psilocibina come trattamento dell’anoressia nervosa

Lo studio, condotto da Stephanie Knatz Peck e colleghi dell’Università della California, ha indagato la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia esplorativa di una singola dose di 25 mg di psilocibina sperimentale COMP360, una forma sintetica sviluppata da COMPASS Pathways. La dose è stata somministrata insieme al supporto psicologico alle partecipanti, le quali sono state monitorate per tre mesi dopo l’assunzione. L’anoressia nervosa è caratterizzata da un’eccessiva e ingiustificata preoccupazione riguardo il cibo, il peso e la forma del corpo, ed è notoriamente difficile da trattare. I risultati preliminari dello studio sono stati promettenti. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi e gli effetti acuti del trattamento con psilocibina sono stati ben tollerati dalle pazienti. Inoltre, il 90 per cento delle partecipanti ha considerato il trattamento significativo e positivo, esprimendo interesse per ulteriori terapie basate sulla psilocibina, se disponibili. I risultati qualitativi autosegnalati dalle pazienti hanno rivelato che quattro di loro hanno mostrato significative riduzioni nei punteggi dei disturbi alimentari a tre mesi di follow-up, raggiungendo la remissione dalla psicopatologia. Gli autori dello studio sottolineano che questi risultati, seppur promettenti, sono ancora preliminari e richiedono ulteriori ricerche. Il campione di partecipanti era ridotto e non è stato incluso un gruppo di controllo con placebo, il che richiede ulteriore cautela nell’interpretazione dei dati. Attualmente, non esistono trattamenti comprovati o farmaci approvati per la cura dell’anoressia nervosa.

Dalla psilocibina all'oppio: quando le droghe curano
Funghi allucinogeni (Getty Images).

Come viene impiegata la psilocibina in medicina

Come detto, la psilocibina è un composto psichedelico presente in alcuni tipi di funghi allucinogeni, ed è stata finora impiegata in medicina principalmente per fini di ricerca e sperimentazione clinica, soprattutto nel campo della psicoterapia. Questa sostanza agisce sul sistema nervoso centrale, interagendo con i recettori serotoninergici del cervello, il che porta ad alterazioni temporanee della percezione, delle emozioni e del pensiero. Gli effetti psichedelici della psilocibina possono includere allucinazioni, cambiamenti dell’umore e un senso di connessione più profonda con la propria coscienza. Negli ultimi anni, questa sostanza ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per i suoi potenziali benefici terapeutici in vari disturbi mentali. Gli studi hanno esaminato l’effetto della psilocibina nel trattamento di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico (Ptsd), e su pazienti allo stadio terminale.

Dalla psilocibina all'oppio: quando le droghe curano
Un papavero da oppio (Getty Images).

Le droghe come cura: dall’oppio alle anfetamine

Nella storia della medicina, le sostanze conosciute come “stupefacenti” hanno rivoluzionato il trattamento del dolore, delle patologie croniche e persino di alcune malattie mentali. Basta pensare all’oppio da cui si estrae la morfina, efficace analgesico che ha rivoluzionato il trattamento del dolore ma che rischia di generare dipendenza. L’introduzione dei farmaci analgesici oppioidi, come l’ossicodone e la fentanyl, ha però aperto nuove possibilità nel trattamento del dolore cronico e post-operatorio. Come accaduto più recentemente con la cannabis. La ketamina invece viene a volte utilizzata in ambito medico e veterinario come anestetico, mentre psicostimolanti del tutto simili alle anfetamine sono utilizzati nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

 

Libri: quattro classici da scoprire in vacanza

Come si sa d’estate si legge di più. Il marketing delle case editrici è incessante e con il tempo si è creato un vero e proprio filone di libri estivi, gialli/thriller leggeri che accompagnano le ore pigre sotto il solleone ideali per essere letti sotto l’ombrellone. E se si sovvertisse questo format e si decidesse di dedicare il tempo alla lettura estiva recuperando grandi classici mai presi in considerazione durante i frenetici mesi invernali? Ve ne consigliamo quattro. Immensi, magnifici, straordinari. Imperdibili.

I detective selvaggi di Roberto Bolaño (Adelphi)

Di Bolaño molto si è detto e altrettanto si è scritto. Trasformato dalla critica nello scrittore maledetto per antonomasia, «il Jim Morrison della letteratura», quasi ignorato in vita, è diventato autore di culto dopo la sua prematura scomparsa, a soli 50 anni, per una cirrosi epatica non curata. Per chi volesse addentrarsi nella sua opera, il consiglio è quello di partire da I detective selvaggi, pubblicato in Italia da Adelphi, un fluviale romanzo attraverso il quale Bolaño narra l’epopea di un’intera generazione: la sua. Popolato da fantasmi e allucinazioni nella Città del Messico degli Anni 70, I detective selvaggi è la storia di un gruppo di poeti scalcagnati, adepti di un’improbabile ed estrema avanguardia, il “realvisceralismo”, raccontati da centinaia di punti di vista differenti. Al centro c’è la grandezza di Arturo Belano (alter ego di Bolaño) e del poeta Ulises Lima, un po’ i Kerouac e i Dean Moriarty di On the road, però narrati alla maniera di Citizen Kane di Orson Wells.

Libri: quattro classici da scoprire in vacanza
I detective selvaggi di Bolaño (Adelphi).

2. Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli)

Una sorta di «Divina Commedia ubriaca», come fu definita dallo stesso autore, Sotto il vulcano (consigliato nella nuova traduzione di Marco Rossari) narra l’ultimo giorno di vita di Geoffrey Firmin, ex console britannico nella città immaginaria di Quauhnahuac. Siamo nel 1938 ed è la mattina del giorno dei morti. È la vigilia della Seconda Guerra mondiale. Il console, stremato da una sessione alcolica da Guinness dei primati, trascorre l’ultimo giorno della sua vita barcollando disastrosamente da un drink all’altro, accompagnato dal fratellastro Hugh e dalla moglie Yvonne. «Ancora in abito elegante, non particolarmente scompigliato una ciocca di capelli biondi che gli ricadeva sugli occhi e una mano stretta nella barba corta e appuntita, sedeva di traverso con un piede sulla ringhiera di uno sgabello adiacente al piccolo bancone di destra, mezzo chinato su di esso e parlava apparentemente tra sé». Il racconto è uno schizofrenico delirio mentale di Lowry, in parte autobiografico, alimentato da vino, birro, tequila e mezcal. Un viaggio lungo 12 capitoli, corrispondenti alle ultime 12ore di vita del console, durante i quali succederà di tutto. Un libro che fu scritto con grande fatica, accolto tiepidamente dalla critica ma che oggi è considerato un romanzo di culto. Un classico riconosciuto tale solamente dopo la morte dello stesso Lowry per alcolismo nel 1957. Come fare un trip di Lsd però da sobri.

Libri/ quattro classici da scoprire in vacanza
Sotto il vulcano di Malcolm Lowry (Feltrinelli).

3. Cuore di tenebra di Joseph Conrad (Feltrinelli)

Un capolavoro che è l’esatta rappresentazione della natura umana, Cuore di tenebra di Conrad è un piccolo libro che esplode come una granata nelle mani del lettore. Il romanzo (perennemente presente nella lista dei 100 libri più belli di tutti i tempi) racconta gli sforzi di Marlow, il protagonista, per risalire il fiume Congo nell’Africa nera per conto del suo datore di lavoro, al fine di riportare alla vita un commerciante di avorio disonesto, il misterioso Kurtz. Cuore di tenebra deve molto della sua fortuna ad Apocalypse Now, magistrale trasposizione cinematografica di Francis Ford Coppola che però ambientò la storia in Vietnam. Il regista conservò il messaggio centrale del romanzo, ovverosia che tutti gli esseri umani possono cadere nell’oscurità interiore e macchiarsi di atti riprovevoli. Entrambe le storie si confrontano anche con il razzismo che permea il pensiero imperialista, criticando la disumanizzazione del popolo africano e vietnamita.

Libri/ quattro classici da scoprire in vacanza
Cuore di tenebra di Joseph Conrad (Feltrinelli).

4. Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline (Corbaccio)

La recente pubblicazione di quel capolavoro ritrovato che è Guerra, edito in Italia da Adelphi, ha riacceso l’attenzione su Louis-Ferdinand Céline. Autore discusso, antisemita tanto da macchiarsi di connivenze con i nazisti, alcune sue opere però restano dei capisaldi della letteratura. Per iniziare a conoscerlo si consiglia vivamente la lettura di Viaggio al termine della notte, in cui lo scrittore francese racconta lo smarrimento esistenziale di un reduce della Grande Guerra nei primi Anni 20. Un romanzo che è allo stesso tempo una cronaca fredda e lucida della Francia dell’epoca e che contemporaneamente è il grido di rivolta – letterario e sociale – di un eterno sopravvissuto. Si narra la storia di Ferdinand Bardamu che dopo aver combattuto nella Grande guerra, va in Africa e successivamente negli Stati Uniti. Torna in Francia, dove diventa medico e apre uno studio in un degradato sobborgo di Parigi, per poi finire a lavorare presso un istituto di igiene mentale. Un racconto magistrale sulle miseria della vita e sulle vicissitudini di un uomo, disperato, costretto per tutta la sua esistenza ad arrangiarsi. Un pugno nello stomaco, una riflessione sorprendentemente lucida e crudele sullo stare al mondo.

Libri/ quattro classici da scoprire in vacanza
Viaggio al termine della notte di Céline (Corbaccio).

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