Daily Archives: 7 Luglio 2023

Paesi Bassi, il governo Rutte cade sulla legge per l’immigrazione

Il governo olandese guidato da Mark Rutte, leader del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia, è caduto. La questione migranti è stata determinante per la spaccatura. Considerata l’importanza di Rutte nelle politiche europee, la fine del governo potrebbe avere importanti ripercussioni anche sull’Unione Europea.

In Olanda, il governo Rutte è caduto. I partiti non hanno raggiunto l'accordo sulla limitazione dell'ingresso dei richiedenti asilo.
Mark Rutte (foto Imagoeconomica).

 

Mancato accordo sull’ingresso dei richiedenti asilo

L’accordo dei partiti è saltato quando è stata affrontata la questione su come limitare l’ingresso ai richiedenti asilo. Da mesi i Paesi Bassi stanno cercando di darsi nuove regole per arginare l’arrivo di migranti. I due partiti più a destra nello schieramento uscente – i liberali di Rutte (VVD) e i democristiani (CDA) – hanno proposto la creazione di due categorie di richiedenti asilo: quelli in fuga da persecuzioni e quelli in fuga da guerre. Gli appartenenti a alla seconda categoria avrebbero avuto l’obbligo di tornare a casa una volta cessato il conflitto. Per quanto riguarda il ricongiungimento, la riforma della destra mirava a ridurre il numero di parenti che hanno diritto alla riunificazione familiare. Ma gli altri due partiti – i liberali-progressisti del D66 e l’Unione cristiana (CU) – non hanno accettato la bozza di riforma.

Il premier dimissionario Rutte era al quarto governo

Nelle scorse settimane Rutte – che era al suo quarto governo – si era recato a  Tunisi, proprio nel tentativo di trovare una soluzione ai problemi delle migrazioni,  assieme a Giorgia Meloni e alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.  Secondo quanto riportato dai media olandesi, le nuove elezioni dovrebbero tenersi a ottobre.

Cattolica, 17enne muore annegato

Stava facendo il bagno al mare con un amico, il giovane, originario del Senegal, che ha perso la vita mercoledì 5 luglio. La notizia è stata diffusa solo venerdì 7 luglio. Il 17enne, residente a Rimini insieme ai genitori, probabilmente non sapeva nuotare.

A Cattolica, in provincia di Rimini, un ragazzo di soli 17 anni è morto annegato mentre faceva il bagno insieme a un amico.
Barca guardia costiera (foto Imagoeconomica).

Il ritrovamento del corpo e le indagini

Il corpo, ritrovato due ore dopo l’annegamento, si trovava incagliato nella barriera di scogli di fronte al bagno 44. Secondo le indagini della Capitaneria di porto di Rimini, la forte corrente dovuta al mare mosso e al vento potrebbe essere alla base del tragico incidente.

Salvo l’amico che faceva il bagno insieme al 17enne

La zona era presidiata dal bagnino che è riuscito a trascinare a riva l’amico del ragazzo, mentre il 17enne è stato travolto da un’onda. Il fascicolo su quanto avvenuto è stato trasmesso in procura e la magistratura potrà autorizzare l’autopsia per fornire ulteriori elementi su quanto accaduto.

Edwin van der Sar, ex portiere della Juve, ha avuto un’emorragia cerebrale

La comunicazione ufficiale è arrivata direttamente dall’Ajax: Edwin van der Sar, 52 anni, ex portiere fra le altre di Juventus e Manchester United oltre che della nazionale olandese, è stato colpito da un’emorragia cerebrale mentre si trovava in vacanza in Croazia.

Edwin van der Sar, ex portiere della Juve, ha avuto un'emorragia cerebrale
Edwin van der Sar (Getty Images).

Le sue condizioni sono stabili

Immediato il trasporto in ospedale, con un elicottero atterrato d’urgenza. Attualmente si trova in terapia intensiva, e le sue condizioni sono stabili. Solo poche settimane fa, van der Sar aveva lasciato l’Ajax a partire dallo scorso primo giugno. L’ex portiere, sommerso dalle critiche, aveva dichiarato: «Ora ho bisogno di prendere le distanze, di rilassarmi e di fare altre cose». Il 30 dicembre fu colpito da un infarto, queste furono le sue parole: «Il mio cuore è morto per il 45%. Ho subito così tanti danni che ormai la situazione è irreparabile».

 

 

Nubifragio a Kyiv, l’acqua invade strade e negozi

Non c’è tregua per Kyiv che, già fortemente provata, sta facendo i conti con un violento nubifragio che ha trasformato le strade in fiumi. Nei video che si stanno diffondendo nelle ultime ore di venerdì 7 luglio emerge l’intensità delle precipitazioni, con persone e auto trascinate dalla furia dell’acqua.

Nelle ultime ore di venerdì 7 luglio un violento nubifragio si è abbattuto su Kyiv. I video mostrano strade e negozi allagati.
Nubifragio (Getty Images).

Strade e negozi allagati

Sono diverse le zone della città allagate, con danni nei locali al piano terra e macchine spostate dal violento flusso.

 

Poste Italiane al primo posto tra le blue chip nell’indice Mib sulla sostenibilità

Poste Italiane ribadisce il suo primato nell’ESG Global Score dell’indice Mib ESG (Environmental, Social and Governance), la rilevazione promossa da Euronext e Borsa italiana che analizza le migliori pratiche in materia di ambiente, sostenibilità e governo d’impresa adottate dalle Blue chip di Piazza Affari. L’azienda ha fatto segnare, in particolare, un ulteriore miglioramento delle proprie performance nelle aree ambientali e sociali.

Poste Italiane prima tra le blue chip nell’indice Mib ESG

La metodologia alla base dell’indice prevede una graduatoria delle migliori 40 società sulla base di criteri ESG – selezionate tra le 60 italiane più liquide – ed esclude quelle coinvolte in attività non compatibili con investimenti sostenibili. Le componenti dell’indice sono ponderate in base alla capitalizzazione del flottante di mercato. L’indice Mib ESG combina la misurazione della performance economica con valutazioni ESG in linea con i principi del Global Compact delle Nazioni unite. La composizione dell’indice si basa sull’analisi dei criteri ESG da parte di Vigeo Eiris (V.E.), società di Moody’s ESG Solutions, che valuta le performance ESG degli emittenti. Viene aggiornata con frequenza trimestrale al fine di inserire le società le cui performance ESG siano eventualmente migliorate in misura sufficiente.

Il primato all’interno dell’indice Mib ESG di Borsa italiana si aggiunge ad altri numerosi riconoscimenti ottenuti da Poste Italiane, che è presente nei più prestigiosi indici di sostenibilità internazionali tra cui i Dow Jones Indices per il quarto anno consecutivo, Euronext Vigeo-Eiris Indices, Integrated Governance Index (IGI), Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good, Bloomberg Gender-Equality Index, Stoxx Global ESG Leaders. A questi si aggiungono, inoltre, i rating da parte di importanti agenzie internazionali, come la AA da parte di MSCI, l’A- da parte di CDP e il Top 5 per cento S&P Global Esg Score 2022 del Sustainability Yearbook 2023. Il Gruppo, infine, ha ottenuto un ESG Risk Rating pari a 13,7 (Low risk) da parte di Sustainalytics ed è stato riconosciuto come top ESG performer su un panel che conta oltre 15 mila aziende valutate a livello mondiale, ottenendo il riconoscimento di 2023 Industry Top-Rated.

L’ad Del Fante: «Benefici in termini di competitività»

L’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante ha così commentato il risultato: «La leadership che ci viene riconosciuta di nuovo da Borsa italiana è una nuova prova del valore della nostra strategia di sviluppo sostenibile. La conferma del primato rafforza ulteriormente la reputazione del Gruppo sui mercati globali e genera benefici in termini di competitività, nel pieno rispetto dei principi di sostenibilità». Gli ha fatto eco Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste Italiane: «Il risultato ottenuto conferma ancora una volta la validità del percorso intrapreso per l’integrazione degli aspetti ambientali, sociali e di governance nella strategia di Poste Italiane. Aspetti che si rivelano fondamentali nel processo di creazione di valore sostenibile per l’azienda e per tutti i suoi stakeholder».

Mondiali 2030, quattro Paesi si candidano insieme: possibile torneo in due continenti

Dopo i Mondiali invernali in Qatar e quelli a 48 squadre del 2026, che si disputeranno in Stati Uniti, Canada e Messico, il torneo organizzato dalla Fifa potrebbe conquistare un altro record nel 2030. Spagna, Portogallo, Marocco e Ucraina hanno intenzione di presentare la loro candidatura congiunta per quella che sarebbe la prima Coppa del Mondo giocata in due continenti. Si disputerebbe in Europa e Africa, quindi, con il Vecchio Continente ad ospitare la kermesse di nuovo dopo a 12 anni dai Mondiali di Russia e 24 da quelli in Germania. L’ultima volta in terra africana, invece, è stata nel 2010 in Sud Africa.

Spagna, Portogallo, Ucraina e Marocco si candidano ai Mondiali 2030: sarebbe la prima volta in due continenti
L’Argentina trionfa ai Mondiali in Qatar: l’esultanza di Messi e compagni (Getty).

Il progetto: «Al centro la sostenibilità»

Le delegazioni dei quattro Paesi si sono incontrate il 7 luglio a Madrid. L’idea della candidatura per ospitare il torneo in due continenti diversi, si legge in una nota, «mette al centro del progetto la sostenibilità umana e ambientale ispirata dal manifesto pubblicato nel settembre del 2022 dal Comitato olimpico spagnolo, tra i più avanzati al mondo sul tema, in linea con gli obiettivi dell’agenda Onu per lo sviluppo sostenibile nei prossimi anni. In un incontro congiunto tenutosi a Madrid, le Federazioni calcistiche di Spagna e Portogallo che puntano a organizzare il Mondiale 2030 insieme a Ucraina e Marocco, hanno formalizzato l’impegno per una strategia di sostenibilità che dovrà andare oltre i criteri stabiliti dalla Fifa, dando vita a un modello che possa segnare un prima e un dopo nell’organizzazione non solo dei futuri grandi eventi calcistici, ma dello sport in assoluto».

L’idea dell’Arabia Saudita con Grecia ed Egitto

Nella prima metà del 2023, ha preso corpo un’idea simile, portata avanti dall’Arabia Saudita. Il comitato arabo sembrava aver deciso di sfidare il trio composto da Spagna, Portogallo e Marocco, con un progetto simile, insieme a Grecia ed Egitto. Secondo Marca, però, l’Arabia Saudita si sarebbe tirata indietro e non si candiderà. Resterebbe in corsa soltanto il gruppo sudamericano composto da Argentina, Uruguay, Cile e Paraguay.

Spagna, Portogallo, Ucraina e Marocco si candidano ai Mondiali 2030: sarebbe la prima volta in due continenti
Lionel Messi alza al cielo la Coppa del Mondo in Qatar (Getty).

E se i serpenti di Roma fossero un segnale divino per la destra?

Con la cultura non si mangia. Quella classica, poi, ormai è sinonimo di denutrizione cronica e senza speranza. Ma ogni tanto può tornare utile. Qualche reminiscenza pagana, ad esempio, può aiutare a vedere un segno di speranza in una notizia fatta apposta per scatenare il panico: linvasione dei serpenti a Roma.

Per gli antichi romani i serpenti erano portatori di salute e prosperità. Poi arrivò il cristianesimo…

Quel che spaventa i romani di oggi avrebbe riempito di ottimismo i romani di ieri, per i quali i serpenti erano esseri benigni e portatori di salute e prosperità. Due serpenti, maschio e femmina, ritti uno di fronte all’altro, raffigurati sulle soglie delle case, proteggevano la famiglia dal malocchio, e un bel serpentone con tanto di cresta e occhi fiammeggianti fu portato con tutti gli onori da Epidauro all’Isola Tiberina per garantire alla città la benevolenza di Esculapio, dio della medicina, e la fine di una terribile epidemia. Esiste anche una Via dei Serpenti, nel rione Monti, tanto per sottolineare il prestigio millenario di cui godevano i rettili nell’Urbe, dov’erano tenuti in grande considerazione ben prima di clan come gli Orsini, i Colonna e i Savelli. Così era a Roma, ma anche a Creta, a Delfi, e in tutto il mondo pagano dal Mediterraneo all’India. Fu il cristianesimo a identificare i serpenti con il demonio, istillando negli umani terrore superstizioso e profondo ribrezzo per queste creature, tanto da tabuizzare il più comune termine latino, anguis, per sostituirlo con il generico serpens (lo strisciante): si credeva che pronunciando il nome esatto della diabolica creatura, ne sarebbe apparsa una lì per lì. Il trucco sembra avere funzionato, almeno fino ai giorni nostri: serpenti, vipere, orbettini e bisce d’acqua si sono ritirati in boschi e foreste, creature introverse e sorde pronte a ritirarsi sotto un sasso alla prima vibrazione del terreno che possa metterle in allarme.

Il triste destino dei serpenti da salotto abbandonati durante le vacanze

Ma allora come la mettiamo con gli sfacciati rettili che, a quanto pare, atterriscono i romani e fanno squillare a distesa il telefono dell’associazione ambientalista Earth? Intanto non chiamiamola invasione: a differenza di gabbiani e cinghiali, molti di questi serpenti non vengono dalla campagna o dalle selve, ma dalle case altolocate dove erano tenuti come animali d’affezione e, come purtroppo succede a tanti animali d’affezione, sono stati abbandonati o liberati in concomitanza con le ferie. Il serpente da salotto non è necessariamente un capriccio da malavitosi eccentrici o da emule di Cicciolina. Per il sito Amore a quattro zampe è una scelta alla portata di tutti: «Non ci riempirà di coccole, farà paura ai nostri amici e magari va nutrito con altri animali, però può dare molte soddisfazioni». Oltretutto è facile da gestire, in quanto «non ha bisogno di fare esercizio, non puzza quasi mai e va nutrito una volta ogni pochi giorni o solo una volta al mese». Ma quando le vacanze durano più di un mese e la colf si rifiuta di servirgli con le sue mani la giusta razione di rane o topi morti, allora Drako, Shiva o Cleopatra (altri nomi per serpenti domestici li trovate sul sito Animalpedia) vengono mollati dove capita, e quando il sole picchia cercano rifugio dove possono, col rischio di incrociare bipedi pieni di pregiudizi istillati dal cristianesimo. Difficile recuperare in quattro e quattr’otto la confidenza con una specie che temiamo da 20 secoli, ma è quel che ci impongono le leggi. Così ai cittadini che si ritrovano un serpente acciambellato sul sedile dell’auto gli esperti di Earth consigliano di mantenere la calma, identificarlo – e che ci vuole, con tutti i documentari del National Geographic che abbiamo visto da piccoli? –, uscire dalla macchina senza gesti bruschi e percuotere delicatamente la carrozzeria per produrre vibrazioni in grado di convincere l’animale a trovarsi un’altra collocazione. Strano che Earth non suggerisca anche di suonare un flauto e di tenere sempre nel bagagliaio un cesto di vimini.

E se i serpenti di Roma fossero un segnale divino per la destra?
Daniela Santachè al Senato (Imagoeconomica).

E se fosse un segnale per la destra? Guai a chi tocca la Pitonessa

Ma a quanto pare i romani dovranno vincere la paura e abituarsi a incrociare sotto casa vipere, bisce e orbettini. E magari ricominciare a vederli come veri e propri portafortuna, come facevano i loro antenati in toga. Daniele Macale non è pagano, ma è responsabile del Rettilario del Bioparco di Roma e per lui più serpenti ci sono in giro è meglio è. «La loro presenza è la prova di una catena alimentare che funziona», ha spiegato al Foglio, aggiungendo con fierezza che Roma è la capitale europea con maggiore superficie verde, in cui veri e propri «corridoi verdi» fra un quartiere e l’altro permettono gli spostamenti delle specie selvatiche (che fossero più agevoli di quegli degli esseri umani sulla viabilità ordinaria si era già notato). Ma è la destra al governo che, se si concedesse un po’ di paganesimo, potrebbe cogliere nel summit rettilesco un significato inequivocabile, e politicamente propizio. Impazza il caso Santanché, e il messaggio degli dei non potrebbe essere più chiaro: guai a chi tocca la Pitonessa!

Fiesta, stop alla produzione dello storica auto Ford

Dopo 46 anni di onorata carriera, il 7 luglio 2023 è terminata in Germania la produzione della Fiesta, uno dei modelli di maggiore successo nella storia della Ford con oltre 20 milioni di unità vendute. La compatta dell’Ovale Blu è stata “sacrificata” per fare spazio al suv elettrico Explorer, che sarà prodotto nel nuovo Electric Vehicle Center di Colonia che, inaugurato il 12 giugno e frutto di un investimento di circa 2 miliardi, è il primo impianto di assemblaggio a emissioni zero di Ford a livello globale.

Ford Fiesta: dopo 47 anni e più di 20 milioni di unità vendute, il 7 luglio 2023 stop alla produzione dello storica auto.
Produzione della Ford Fiesta a Dagenham nel 1977 (Getty Images).

Ford ha deciso di puntare su altri segmenti, come i suv di medie e grandi dimensioni

Il Centro EV di Colonia sosterrà i piani di Ford che punta, entro il 2035, a raggiungere la neutralità carbonica in tutta la sua impronta produttiva europea, compresi logistica e fornitori. Per quanto riguarda il mercato, l’obiettivo della casa di Dearborn è arrivare a vendere 600 mila veicoli a batteria all’anno in Europa e due milioni a livello globale. Intanto, a Colonia a partire da fine anno verrà prodotto l’Explorer: il marchio statunitense, oltre che sull’elettrico, ormai punta molto (al pari dei rivali) su segmenti che assicurano maggiori profitti e marginalità, come i suv di medie e grandi dimensioni.

Ford Fiesta: dopo 47 anni e più di 20 milioni di unità vendute, il 7 luglio 2023 stop alla produzione dello storica auto.
La quinta generazione della Fiesta, presentata nel 2002 (Getty Images).

L’Ovale Blu aveva lanciato la Fiesta come risposta alla Polo della Volkswagen

Ford aveva presentato la Fiesta nel 1976, per rispondere a Volkswagen che l’anno precedente aveva lanciato la Polo. La prima generazione, realizzata nella massima semplicità costruttiva per consentire che ogni intervento di manutenzione si espletasse nel più breve tempo possibile, venne disegnata dall’italiana Ghia e prodotta nello stabilimento spagnolo di Valencia (da qui il nome spagnolo). La Fiesta è stata poi successivamente prodotta in Inghilterra, prima che la sua “casa” ufficiale della piccola dell’Ovale Blu diventasse la Germania. L’ultima generazione, la settima, era arrivata nelle concessionarie l’8 luglio 2017. Le ultime due Fiesta uscite dalla catena di montaggio di Colonia non finiranno sul mercato: una rimarrà in terra tedesca, mentre l’altra entrerà a far parte del Ford Heritage and Innovation Center di Dagenham, in Inghilterra, dove nel corso dei decenni l’utilitaria ha riscosso enorme successo.

EasyJet, aereo troppo pesante per partire: in 19 restano a terra

Troppo pesante per partire. Questa la causa del ritardo nella partenza di un volo EasyJet, che il 5 luglio sera è partito due ore dopo da Lanzarote, in Spagna, verso Liverpool. Il decollo, originariamente previsto per le 21.45, ha subito uno slittamento fino alle 23.30 perché nel frattempo il personale di volo della compagnia low cost ha tentato di spiegare l’accaduto ai passeggeri e di convincerne almeno 20 a scendere volontariamente e partire successivamente. Per farlo, EasyJet ha proposto una contropartita di 500 euro. Alla fine a salutare sono stati in 19 e l’aereo ha potuto prendere il volo.

EasyJet ha dovuto offrire 500 euro per far scendere 19 passeggeri: l'aereo era troppo pesante
Il decollo di un aereo EasyJet (Getty).

Lo staff: «La sicurezza è una priorità»

In un video pubblicato da Liverpool Echo, diventato virale, un membro dello staff annuncia: «Grazie a tutti per essere venuti qui oggi. Poiché siete in tanti, si tratta di un aereo piuttosto pesante. Questo aereo pesante, combinato con una pista piuttosto corta e con le attuali condizioni sfavorevoli qui a Lanzarote, significa che l’aereo è troppo pesante per decollare. Sono stato seduto con il mio primo ufficiale superiore e abbiamo molta esperienza in questo campo e lo abbiamo già fatto in passato. La sicurezza è la priorità numero uno, non c’è modo, con le attuali condizioni del vento, di poter far decollare questo aereo. Ci sono una serie di fattori: fa molto caldo, il vento non è fantastico, la direzione non è ottimale».

La proposta: «500 euro a chi non vola stasera»

Nel video viene mostrato anche l’epilogo, con la proposta dello staff e 19 passeggeri a offrirsi volontari, permettendo così agli altri di partire: «Ora vi starete chiedendo cosa succederà adesso ed è per questo che sono venuto qui a dirvelo. Ho parlato con il nostro team operativo e l’unico modo per risolvere un problema con un aereo pesante è renderlo leggermente più leggero. Se possibile, vorrei chiedere a 20 volontari di scegliere di non volare a Liverpool stasera. Se qualcuno vuole offrirsi volontario, ci sarà un incentivo. La cifra attuale che ci è stata proposta da easyJet è di 500 euro per ogni passeggero disposto a non volare stasera».

EasyJet ha dovuto offrire 500 euro per far scendere 19 passeggeri: l'aereo era troppo pesante
Un aereo EasyJet fermo al gate in attesa di partire (Getty).

Tennis, chi è la 16enne russa Mirra Andreeva che sogna Wimbledon

Dopo Maria Sharapova, la Siberia potrebbe regalare al tennis una nuova stella. A Wimbledon sta brillando infatti Mirra Andreeva, che ad appena 16 anni è la terza giocatrice più giovane a centrare il terzo turno del torneo. L’8 luglio se la vedrà con la più esperta Anastasia Potapova, connazionale e numero 22 del ranking, ma sogna in grande. «Se arriverò agli ottavi sarò felicissima», ha spiegato alla Cnn. «Se dovessi arrivare poi in fondo, sarebbe incredibile. Non mi pongo obiettivi, gioco e basta». Nel suo cammino ha già eliminato la campionessa del Roland Garros 2021 Barbora Krej?íková, che si è ritirata sul 6-3, 4-0 per l’avversaria. Con lei nel circuito c’è anche una troupe di Netflix, che ne sta filmando le partite per una puntata di Break Point, il nuovo documentario sul tennis. «Mi stanno seguendo», ha raccontato Andreeva. «Non so dove sono, ma immagino in giro da qualche parte».

Siberiana, 16 anni, Mirra Andreeva è la nuova giovane stella del tennis. Al terzo turno di Wimbledon, può seguire le orme di Maria Sharapova.
Mirra Andreeva sui campi di Wimbledon (Getty Images).

Mirra Andreeva, chi è la russa che sta meravigliando il tennis femminile

Classe 2007, nativa di Krasnojarsk, Mirra Andreeva vive a Mosca assieme ai genitori e alla sorella Erika, tennista come lei ma di minor successo. Dal 12 giugno è numero 102 del ranking mondiale Wta, mentre nel dicembre 2022 era quasi fuori dai primi 300 posti. Una crescita esponenziale, merito un 2023 condito da grandi risultati. Iniziando dall’Australian Open Juniores, dove ha perso solo in finale contro la connazionale Alina Korneeva. Ad aprile invece sono arrivati due titoli del circuito ITF, categoria frequentata soprattutto dalle atlete più giovani. Il primo sulla terra battuta di Chiasso contro la padrona di casa Céline Naef e il secondo dopo appena una settimana a Bellinzona contro la francese Fiona Ferro.

Immediato il suo esordio nei grandi tornei. Il 26 aprile ha infatti giocato il primo turno del Masters 1000 di Madrid contro la canadese Leylah Fernandez, liquidata in due set. Ha dominato anche il match successivo contro la numero 14 al mondo Beatriz Haddad Maia e il 29 aprile ha festeggiato il 16esimo compleanno vincendo al terzo turno contro la numero 19 Magda Linette. Il suo cammino si è fermato agli ottavi di finale, contro la numero 2 del ranking Aryna Sabalenka. Mirra Andreeva ha confermato il suo amore per il rosso anche sui campi del Roland Garros, arrivando al terzo turno prima di arrendersi all’americana Coco Gauff strappando anche il primo set al tiebreak.

LEGGI ANCHE: Wimbledon permetterà alle tenniste con il ciclo di indossare biancheria scura

Timida, ma già sicura di sé: «Ora datemi un campo con le tribune»

Nonostante il successo, però, fuori dal campo resta umile e molto timida. «A Wimbledon ho incrociato Andy Murray, ma avevo troppa paura per parlargli», ha ricordato Andreeva. «Quando lo vedo cambio strada». Con la racchetta in mano però la musica cambia. Dovesse vincere anche il match contro Potapova, potrebbe aprirsi per lei la strada del campo centrale di Wimbledon, tempio del tennis dove hanno giocato i migliori. «Prima avevo paura solo a pensarci, ora non vedo l’ora», ha spiegato in conferenza stampa. «Datemi un campo con le tribune, mi piacerebbe molto». Difficile stabilire dove potrà arrivare, ma è impossibile evitare un paragone con Maria Sharapova. La Tigre della Siberia conquistò a 17 anni il primo e unico Wimbledon, a 18 invece divenne la migliore al mondo. Mirra Andreeva ha ancora tempo e tanta voglia di stupire.

Siberiana, 16 anni, Mirra Andreeva è la nuova giovane stella del tennis. Al terzo turno di Wimbledon, può seguire le orme di Maria Sharapova.
La tennista Mirra Andreeva in conferenza stampa (Getty Images).

Schlein attacca La Russa: «Disgustoso colpevolizzare una donna che denuncia una violenza»

La notizia della denuncia per stupro presentata da una ragazza di 22 anni contro il 19enne Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, ha riempito le pagine dei giornali. Il senatore di Fratelli d’Italia ha difeso il figlio e contestato i tempi della denuncia da parte della giovane: «Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo 40 giorni dall’avvocato estensore che occupa questo tempo per rimettere insieme i fatti». La frase ha scatenato le polemiche ed è stata per prima la segretaria del Pd Elly Schlein ad attaccare La Russa: «Trovo disgustoso che il Presidente del Senato colpevolizzi una donna che denuncia una violenza». A intervenire sono stati anche altri volti noti della politica italiana, tra cui il deputato Alessandro Zan e il segretario di +Europa Riccardo Magi.

Elly Schlein contro Ignazio La Russa per le parole in difesa del figlio Leonardo: «Colpevolizza una donna, disgustoso»
Leonardo e Ignazio La Russa allo stadio Olimpico (Imagoeconomica).

Schlein: «Ancora una volta si mina la credibilità delle donne»

La leader del Pd Elly Schlein ha criticato le parole del presidente del Senato: «Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso. Il presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute. Inaccettabile da chi ha incarichi istituzionali la legittimazione del pregiudizio sessista».

Zan: «La Russa è sconcertante»

Come lei, anche Alessandro Zan, che su Twitter scrive: «La Russa è sconcertante: la seconda carica dello Stato libera il figlio da ogni responsabilità, indagato in una vicenda delicata, di fatto pressando forze dell’ordine e magistratura e alimenta la narrazione tossica e perversa di colpevolezza delle vittime di violenza sessuale». E come lui anche la senatrice del Pd Cecilia D’Elisa: «Il Presidente del Senato non dovrebbe intervenire su procedimenti penali in corso, la seconda carica dello Stato non può non sapere che le sue esternazioni di fatto potrebbero risultare pressioni indebite sul lavoro della magistratura. Le preoccupazioni di padre non possono giustificare le dichiarazioni di La Russa, che assolve il figlio e mette in discussione la parola della presunta vittima. Non spetta a lui, e non dovrebbe prestarsi a ricostruzioni che alimentano la colpevolizzazione della vittima, come ancora troppo spesso accade nei casi di violenza. È grave, molto grave, che lo faccia la seconda carica dello Stato».

Magi: «Preoccupante che La Russia abbia chiuso il caso»

In una nota, parla anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi: «Ognuno è innocente fino al terzo grado di giudizio e capisco anche il dolore di un padre nel leggere certe accuse. Ma Ignazio La Russa non è solo un padre, è anche il presidente del Senato. Soprattutto non è un magistrato, né un organo inquirente. Per questo nella nota che ha diffuso è alquanto preoccupante che abbia già chiuso il caso: ha interrogato il figlio, ne ha decretato l’innocenza, mentre la testimonianza della ragazza non è attendibile perché “drogata”. Per il ruolo che svolge, sarebbe stato meglio un dignitoso silenzio. Questa è invece un’ingerenza intollerabile da parte della seconda carica dello Stato verso chi sta svolgendo le indagini».

Elly Schlein contro Ignazio La Russa per le parole in difesa del figlio Leonardo: «Colpevolizza una donna, disgustoso»
Riccardo Magi, segretario di +Europa (Imagoeconomica).

Eurovision Song Contest, Malmö sede dell’edizione 2024

Sarà Malmö a ospitare la 68esima edizione dell’Eurovision Song Contest, in programma a maggio del 2024. La città, situata nella parte più meridionale della Svezia e terza città del Paese per numero di abitanti, è stata scelta dalla compagnia pubblica televisiva di Stato SVT e dall’Unione europea di radiodiffusione. La serata finale del concorso canoro si terrà sabato 11 maggio alla Malmö Arena, con le semifinali all’inizio della stessa settimana, martedì 7 maggio e giovedì 9 maggio. La Svezia si è aggiudicata il diritto di organizzare l’evento dopo la storica vittoria di Loreen a Liverpool nel 2023 con il brano Tattoo, grazie a cui l’artista è diventata la prima donna a trionfare per due volte la manifestazione.

Malmö occupa un posto speciale nella storia dell’Eurovision Song Contest, avendolo ospitato con successo nel 1992 e poi nel 2013, dopo la prima vittoria di Loreen, avvenuta l’anno precedente a Baku con Euphoria. Nel 2024 diventerà la terza città ad aver ospitato l’evento musicale più visto al mondo per un totale di tre volte: affiancando la capitale svedese Stoccolma (1975, 2000, 2016) e la vicina Copenaghen in questa speciale classifica. Solo Londra e Lussemburgo (quattro edizioni) e Dublino (sei) sono state sede della manifestazione più volte.

Eurovision Song Contest, Malmö sede dell’edizione 2024. Ospiterà l’evento per la terza volta dopo il 1992 e il 2013.
Loreen, vincitrice dell’edizione 2023 (Getty Images).

La vittoria di Loreen ha inoltre permesso alla Svezia di eguagliare il record dell’Irlanda, con sette vittorie in totale all’Eurovision. Chi vince un’edizione, ha diritto di ospitare quella successiva: oltre a Malmö e Stoccolma, il concorso si è svolto a Göteborg nel 1985. Sempre a proposito di record, sarà anche la prima volta che l’Eurovision Song Contest non ha sede in una capitale per cinque eventi consecutivi. L’ultima volta è successo a Lisbona nel 2018. Poi la striscia iniziata con Tel Aviv e proseguita poi con Rotterdam, Torino e Liverpool. «Siamo entusiasti di tornare in questa città vivace e dinamica, che ha dimostrato di avere le strutture e l’infrastruttura perfette per ospitare il più grande evento musicale dal vivo al mondo», ha dichiarato Martin Österdahl, supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest. «L’impegno di Malmö per la diversità, l’inclusività e l’innovazione si allinea perfettamente allo spirito della competizione».

Ricky Martin e Jwan Yosef si sono lasciati dopo sei anni di matrimonio

Ricky Martin e Jwan Yosef si sono lasciati. A rendere ufficiale la notizia è stato lo stesso cantante portoricano su Instagram. La coppia si era conosciuta nel 2015.

Ricky Martin e Jwan Yosef si sono lasciati

I due, 51 anni Ricky e 38 Jwan, hanno pubblicato un post congiunto nel quale si legge: «Dopo un’attenta riflessione, abbiamo deciso di porre fine al nostro matrimonio con amore, rispetto e dignità per noi stessi e per i nostri figli, preservando e onorando ciò che abbiamo vissuto come coppia durante questi anni meravigliosi. Il nostro desiderio più grande ora è quello di continuare ad avere una dinamica familiare sana e un rapporto incentrato sulla nostra genuina amicizia, mentre condividiamo l’educazione dei nostri figli». La coppia ha concluso la nota ringraziando tutti per la vicinanza: «Come sempre, siamo grati per tutto l’amore e il sostegno che abbiamo ricevuto durante il nostro matrimonio. Siamo in completa pace e tranquillità mentre iniziamo questo nuovo capitolo della nostra vita».

I due si erano conosciuti su Instagram

Il cantante portoricano e l’artista svedese di origini siriane si erano conosciuti nel 2015 su Instagram. Era stato Martin a contattare via social il pittore dopo aver visto i suoi quadri e, dopo quasi un anno di messaggi privati, si sono incontrati dal vivo e da allora mai più separati. Jwan Yosef è nato il 17 marzo 1984 in Siria ma ha vissuto con la sua famiglia in Svezia, dove ha preso lezioni di disegno e pittura laureandosi poi alla Konstfack University College of Arts, Crafts and Design. Successivamente si è specializzato in arti plastiche alla Central Saint Martin di Londra e da quel momento ha allestito diverse mostre collettive ottenendo i primi successi. Il loro matrimonio venne celebrato nel 2017 e, come aveva raccontato Martin in diretta tv nello show di Elle DeGeneres, fu lui a fare la mitica proposta: «Mi sono inginocchiato e ho tirato fuori questa piccola scatola di metallo e invece di chiedere ‘Mi vuoi sposare?’ gli ho detto ‘Ti ho preso qualcosa, voglio passare la mia vita con te’». La coppia insieme ha avuto due figli, Lucia di quattro anni e Renn di tre anni, nati tramite gestazione per altri. Ricky aveva avuto già in precedenza i gemelli Matteo e Valentino, nel 2008, ricorrendo alla maternità surrogata. Al momento non si conoscono le motivazioni che hanno portato alla separazione della coppia che si è sempre mostrata molto unita ed innamorata.

Open Arms, Richard Gere sarà in tribunale a ottobre

La star di Hollywood Richard Gere sarà a Palermo il prossimo 6 ottobre e deporrà al processo Open Arms, come teste di parte civile. La decisione è arrivata il 7 luglio, durante il dibattimento in corso nel capoluogo regionale siciliano con imputato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. L’accusa è di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito in maniera illegittima lo sbarco di un gruppo di migranti, soccorsi dalla nave della ong spagnola Open Arms, nell’agosto del 2019. Richard Gere, in Italia per le vacanze, ha affittato una barca e raggiunto l’imbarcazione, che ha aiutato 147 profughi. Oltre a portare loro acqua e viveri, l’attore si è voluto accertare sul loro stato di salute e di questo parlerà il 6 ottobre in tribunale.

Richard Gere deporrà in tribunale a Palermo nel processo Open Arms contro Salvini
Richard Gere durante un evento a New York (Getty).

I soccorritori: «Cinque o sei giorni davanti Lampedusa»

Intanto nella mattinata del 7 luglio sono stati ascoltati i soccorritori della Open Arms. Uno di loro, lo spagnolo Francisco Gentico, ha ricostruito quanto successo: «Siamo rimasti per almeno cinque o sei giorni davanti all’isola di Lampedusa perché avevamo il divieto di ingresso. Così, quando abbiamo detto ai migranti che stavamo facendo rotta su Lampedusa la gente sul ponte ha iniziato a festeggiare, senza però sapere che non potevamo entrare, ma dovevamo restare a 800 metri. Quando si è capito, il festeggiamento di prima si è trasformato in un vero e proprio trauma. La situazione psicologica a bordo peggiorava». Il soccorritore parla della disperazione dei migranti, del proliferare della scabbia e dei quattro che si sono gettati in mare: «Non sapevano nuotare. Una persona si è gettata in acqua e stava rischiando di affogare. Un’altra si è lanciata senza salvagente, non sapevamo come salvarli».

Salvini ha lasciato l’aula «per impegni improvvisi»

Anche Matteo Salvini ha partecipato all’udienza, nonostante sia andato via alla prima pausa. Il ministro ha lasciato l’aula del processo Open Arms per tornare a Roma a causa di «impegni improvvisi». Lo ha annunciato l’avvocata Giulia Bongiorno, legale del leader della Lega: «Il ministro si è dovuto allontanare». Le prossime date saranno dopo l’estate. La prima udienza si terrà il 15 settembre all’aula bunker del carcere Pagliarelli, la seconda il 6 ottobre, con la partecipazione di Richard Gere. Poi il 20 ottobre, il 24 novembre, il primo dicembre e il 22 dicembre le altre udienze già fissate.

Richard Gere deporrà in tribunale a Palermo nel processo Open Arms contro Salvini
La nave Open Arms al largo di Lampedusa (Getty).

Stipendio docenti e Ata luglio 2023: fino a 365 euro in più tra bonus e arretrati

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto un’indennità una tantum (solo per l’anno in corso) per i docenti e il personale Ata che, dopo ritardi causati da grovigli burocratici, nel mese di luglio 2023 vedranno accreditato nello stipendio un aumento pari all’1,5 per cento della normale retribuzione. Da questo mese, quindi, inizieranno i pagamenti aggiuntivi previsti e verranno recuperati anche i sei mesi di arretrati, con la cifra complessiva in aggiunta allo stipendio che potrebbe arrivare fino a 365 euro.

Stipendio docenti luglio 2023: gli importi degli aumenti

Così come previsto dalla ragioneria generale dello Stato, gli aumenti nella busta paga di luglio per i docenti dovrebbero corrispondere a:

  • 365,64 euro per i dirigente scolastici. Nello specifico, l’aumento mensile in busta paga è di 52,22 euro che, sommato agli arretrati del periodo gennaio – giugno 2023, arriva proprio a 365,54 euro;
  • 296,1 euro per gli insegnati laureati di una scuola superiore di secondo grado con alle spalle tra 28 e 34 anni di carriera (incremento mensile 42,30 euro);
  • 242,2 euro per gli insegnanti di scuola media con 15-20 anni di servizio (incremento mensile 34,60 euro);
  • 238 euro per i docenti di scuola primaria con alle spalle tra i 21 e i 27 anni di servizio (incremento mensile 34 euro).

Incrementi anche per il personale Ata

Come detto in apertura, gli incrementi di stipendio nel 2023 interessano anche il personale Ata, ovvero quello amministrativo, tecnico e i collaboratori di tutte le scuole di ordine e grado. Anche in questo caso si tiene conto dell’anzianità di servizio e, secondo la ragioneria dello Stato, un bidello con 35 anni riceverà a luglio un aumento totale di 185 euro (incremento mensile di 26,54 euro). Si diceva in apertura che l’accredito delle maggiorazioni sarebbe dovuto partire già a gennaio, ma tutto è stato rimandato per ragioni organizzative. A quanto si apprende, gli uffici competenti agli accrediti starebbero facendo una corsa contro il tempo per riuscire a corrispondere a tutti i beneficiari il bonus e gli arretrati entro luglio.

Lotteria degli scontrini istantanea: cos’è e come funziona

Con  l’intento di contrastare la forte evasione fiscale italiana e agevolare i pagamenti tracciabili, il governo ha deciso di promuovere la lotteria degli scontrini istantanea. Si tratta di un aggiornamento della misura simile che era stata promossa nel 2020 che permetteva, a chi preferiva i pagamenti elettronici, di vincere incentivi e premi in denaro.

Cos’è la lotteria degli scontrini istantanea 2023

Con la lotteria degli scontrini istantanea, il governo Meloni mira a sviluppare un sistema di incentivi alla tracciabilità dei pagamenti che sia più snello e semplice rispetto al passato. Stando a quanto si conosce ad oggi della misura, sarà sufficiente chiedere un codice lotteria sul portale lotteriadegliscontrini.gov.it ed effettuare l’acquisto di un bene o servizio da un esercente aderente all’iniziativa. Tale codice dovrà essere mostrato in fase d’acquisto, solo per importi superiori ad 1 euro, con il negoziante che scannerizzerà il codice sul registratore telematico o lo inserirà manualmente. Immediatamente, dunque, si saprà se quello scontrino è vincente, senza la necessità di dover attendere l’estrazione annuale, mensile o settimanale come nel recente passato.

Occorrono nuovi registratori di cassa 

Per consentire la buona resa della lotteria degli scontrini istantanea, è necessario che gli esercenti si dotino di nuovi e moderni registratori di cassa entro il 2 ottobre 2023. Si tratta di strumenti telematici che permettono la registrazione dei dati e che sono in grado di dare una risposta immediata sull’esito dell’estrazione. Questi nuovi strumenti, detti semplicemente RT, godono della capacità di connettersi a internet e sono in grado di trasmettere agevolmente e giornalmente dati al fisco. Con queste nuove macchine, inoltre, il commerciante non è più obbligato a stampare lo scontrino cartaceo, ma può inviarlo direttamente in formato elettronico all’acquirente. L’obiettivo è dunque chiaro: eliminare tutte le possibili discrepanze che possono verificarsi in merito alle liquidazioni periodiche dell’iva.

Superbonus esteso fino al 2025 per le zone terremotate: quali sono le regole

C’è una nuova deroga per la scadenza del superbonus 110 per cento che, così come si attendeva, è stata confermata fino al 31 dicembre 2025 per i contribuenti che possiedono un immobile nelle zone terremotate del Paese. Si sottolinea che si fa riferimento a quelle aree che sono state colpite da eventi sismici dopo il 1° aprile 2009. Inoltre, così come precisato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 13/E del 13 giugno 2023, i soggetti interessati dalla proroga potranno accedere alla misura senza tenere conto dei requisiti necessari e, dunque, indipendentemente dalle riduzioni delle aliquote normalmente applicate. Basterà loro soltanto dimostrare che i lavori vengono svolti proprio per riparare i danni causati dall’evento sismico.

La proroga del superbonus nelle zone terremotate

Le diverse regole per i proprietari di immobili situati nelle zone terremotate prevedono che gli interessati possano richiedere il Superbonus 110 per cento fino al 31 dicembre 2025. La detrazione delle spese dei lavori resta quindi al 110 per centro, con i richiedenti che dovranno solo dimostrare il nesso di causa e effetto tra la ricostruzione e l’evento sismico. Così come previsto dalle direttive nazionali, per poter ottenere i benefici derivanti dal Superbonus 110 per cento è necessario che i lavori di ristrutturazione vengano svolti nel rispetto di determinate caratteristiche. Entrando più nel dettaglio, è richiesto che le opere realizzate consentano un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’immobile o, in alternativa, che vengono svolti per garantire la classe energetica più alta ottenibile. Per conseguire tale traguardo è necessario che, per l’edificio oggetto di lavori, venga rilasciato l’Attestato di prestazione energetica, Ape, così come indicato dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 192 del 2005. Tale documento, ai fini del superbonus, deve essere redatto sia prima dei lavori che dopo i lavori svolti con l’obiettivo di sfruttare le agevolazioni. Autorizzati a rilasciare l’Ape sono i tecnici abilitati attraverso una dichiarazione asseverata.

Britney Spears accusa: «Presa a schiaffi dalla security di Wembanyama»

Britney Spears è stata schiaffeggiata da un membro della security della star Nba Victor Wembanyama. L’episodio sarebbe avvenuto mercoledì 5 luglio, all’ingresso del ristorante di un hotel, secondo quanto racconta il portale Variety e la stessa pop star sui propri canali social. La cantante ha spiegato di aver tentato di fare un selfie con il cestista, ma di essere stata bloccata da uno dei bodyguard. Poi gli schiaffi. Britney Spears, scossa, ha presentato una denuncia per aggressione alla polizia di Las Vegas, che ora sta indagando nel tentativo di fare chiarezza.

Britney Spears è stata schiaffeggiata da un bodyguard di Wembanyama
Una foto recente di Britney Spears pubblicata sui social (Instagram).

Il racconto di Britney Spears: «Non ero pronta»

Britney Spears su Instagram ha spiegato di aver riconosciuto Wembanyama nell’hotel. La star dei San Antonio Spurs si è spostato dalla hall al ristorante e la cantante si è avvicinata. La pop star spiega: «Le esperienze traumatiche non sono nuove per me e ne ho avuto la mia giusta parte. Non ero preparata per quello che mi è successo la scorsa notte». Ma a pochi metri dal cestista, un uomo della sicurezza «mi ha dato un manrovescio in faccia senza voltarsi indietro, mi ha quasi buttato giù e mi ha tolto gli occhiali dalla faccia». Britney Spears aggiunge: «Vengo sempre avvicinata dalla gente. Quella sera, infatti, sono stato assalita da un gruppo di almeno 20 fan. La mia squadra di sicurezza non ha colpito nessuno di loro».

La polizia indaga per «colpi e lesioni»

Dopo la denuncia, il dipartimento di polizia metropolitana di Las Vegas ha avviato un’indagine per «colpi e lesioni» ai danni della celebre cantante. Un portavoce ha confermato che il rapporto è stato già presentato, senza rivelare l’identità dell’aggressore. Variety scrive, citando fonti interne alla polizia, che «l’incidente è stato documentato su un rapporto della polizia e non sono stati emessi arresti o citazioni. Al momento non verranno forniti ulteriori dettagli». Anche Wembanyama ha confermato quanto successo, spiegando di avere riconosciuto Britney Spears soltanto dopo il trambusto e gli schiaffi.

Britney Spears è stata schiaffeggiata da un bodyguard di Wembanyama
Victor Wembanyama (Getty).

Brasile, crollano due edifici, corsa contro il tempo per salvare i residenti

Il crollo delle due palazzine è avvenuto a Paulista, città nello Stato brasiliano di Pernambuco, nelle prime ore di venerdì 7 luglio. All’interno vi erano diverse persone e famiglie con bambini, si temono vittime. Sui social è comparso il video del momento del crollo, mentre la struttura si sbriciola su se stessa.

Il crollo dei due palazzi è avvenuto a Paulista, città nello Stato brasiliano di Pernambuco, nelle prime ore di venerdì 7 luglio.
Crollo edifici (foto repertorio Getty Images).

Due donne estratte vive

Secondo le prime informazioni sarebbero almeno undici le persone rimaste sepolte sotto le macerie. Due donne sono state estratte vive. Mentre per uno dei due palazzi il crollo è stato totale, per il secondo sembra che sia stato un cedimento parziale. Un rapporto del coordinamento della Protezione civile di Pernambuco indica invece che vi sono 14 persone disperse.

Impiegati cani da soccorso per le ricerche

Il capo dei soccorsi, in merito alle operazioni di salvataggio, ha così dichiarato: «È un lavoro che stiamo facendo con l’aiuto dei cani, che hanno già indicato dove si trovano queste persone. Hanno riposto agli stimoli e stiamo scavando ma è un lavoro che va fatto con calma, con cautela, perché sono persone che sono sotto le macerie e ovviamente intendiamo tirarle fuori vive».

 

 

 

Bonus estate 2023 per i lavoratori del turismo: cos’è e come funziona

Anche quest’estate, così come avviene ormai da alcuni anni, gli operatori del settore turistico lamentano la difficoltà nel trovare persone che siano disposte a lavorare nel corso della stagione. Per cercare di sopperire a questa carenza di personale nel settore, il decreto lavoro ha previsto il bonus estate 2023. Si tratta di un’agevolazione che interessa proprio i lavoratori del turismo e che mira a garantire maggiore stabilità occupazionale nel comparto.

Cos’è il bonus estate 2023

Entrando più nello specifico, è previsto che dal 1° giugno al 21 settembre 2023 i lavoratori del settore turistico ricevano un contributo economico pari al 15 per cento delle loro retribuzioni lorde ottenute per lo svolgimento di un lavoro notturno o straordinario. Inoltre, l’agevolazione ottenuta non concorre alla formazione del reddito del lavoratore. Questo vuol dire che, oltre a ottenere maggiori proventi, i lavoratori stagionali avranno anche un notevole beneficio fiscale. Per quanto riguarda i beneficiari, è previsto che a ricevere il bonus siano i lavoratori dipendenti del settore turistico e ricettivo che presentano un reddito di lavoro dipendente nel 2022 non superiore a 40 mila euro. Attualmente non è chiara la modalità con cui è necessario presentare domanda per il bonus estate 2023 in quanto si attende ancora il decreto attuativo.

Destinati oltre 54 milioni di euro

A sostegno del bonus estate 2023 sono stati stanziati per il 2023 54,7 milioni di euro, divisi nel seguente modo:

  • 30 milioni di euro derivanti dalla riduzione del fondo per interventi strutturali di politica economica;
  • 4 milioni di euro derivanti dalla riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell’ambito del programma Fondi di riserva e speciali della missione Fondi da ripartire dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2023;
  • 20,7 milioni di euro derivanti dalla riduzione del fondo unico nazionale per il turismo.
Powered by WordPress and MasterTemplate