Daily Archives: 4 Luglio 2023

Caltanissetta, donna si suicida temendo nuove violenze: l’ex la perseguitava dai domiciliari

Una donna di 33 anni di origini romene si è suicidata a Riesi, in provincia di Caltanissetta, per timore di ritorsioni da parte dell’ex, che aveva denunciato il 28 giugno scorso per stalking. E non si trattava della prima volta, perché l’uomo era già stato condannato nell’aprile scorso a 11 anni per violenze sessuali ripetute, lesioni e minacce di morte. Lui, il 26enne Razvan Birzoi, aveva ottenuto i domiciliari e da lì tormentava la donna, tornata a denunciare pochi giorni fa. Il pg Fabiola Furnari ha subito chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare per l’imputato, che dai domiciliari è finito in carcere. Nonostante i tempi record, però, non è bastato.

Una 33enne si è tolta la vita a Caltanissetta per paura di ritorsioni dell'ex, ai domiciliari e denunciato nuovamente per stalking
Una delle tante manifestazioni degli ultimi anni contro la violenza sulle donne (Getty).

La procura di Caltanissetta indaga sui controlli al romeno

La 33enne non ha retto alla paura e all’angoscia per la possibilità che quelle violenze si ripetessero, prima dell’intervento della procura. La loro relazione risale al 2020, ma da allora il rapporto è sfociato in violenze sessuali e maltrattamenti che avevano portato alla condanna a 11 anni, confermata anche in appello. Qualcosa, però, non ha funzionato. Nonostante i domiciliari, dall’uomo sono arrivate nuove minacce, che hanno spinto la donna prima alla nuova denuncia e poi al suicidio. Adesso la procura di Caltanissetta si interroga sui controlli a cui era sottoposto l’uomo, che non avrebbe dovuto lasciare casa sua.

A giugno il via libera al disegno di legge contro la violenza sulle donne

Appena un mese fa, è arrivato il via libera dal Cdm al disegno di legge con cui si introduce una stretta sulla violenza contro le donne. Tra le novità ci sono l’arresto in flagranza differita, procedure più veloci per proteggere le vittime e l’aggravamento della pena. La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha dichiarato: «Tutto questo non basta se non viene accompagnato anche da una campagna, da un cambiamento culturale, perché è essenzialmente una questione culturale».

Una 33enne si è tolta la vita a Caltanissetta per paura di ritorsioni dell'ex, ai domiciliari e denunciato nuovamente per stalking
La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella (Imagoeconomica).

Kata scomparsa a Firenze, i sospetti sul furgone bianco e lo scooter

Un furgone bianco, uno scooter, le due persone che nei giorni precedenti alla scomparsa della piccola cercavano lo zio di Kata, Abel, presentandosi più volte presso l’ex hotel Astor occupato: sono ancora tanti gli elementi che devono trovare un collegamento tale da diventare certezze, ma le indagini prosegueno senza sosta. Kataleya Mia Chicclo Alvarez, per tutti Kata, è scomparsa da quasi un mese, più precisamente dal 10 giugno scorso. Seppur non vi sia ancora un nome o i nomi dei responsabili della sparizione, l’ipotesi più accreditata è che la piccola sia stata portata via dall’albergo in un range orario di circa mezz’ora, tra le 15.13 e le 15.45.

I video delle telecamere di sorveglianza di una ditta vicina all'ex hotel Astor hanno mostrato la presenza di un furgone bianco.
Kata, bimba di 5 anni scomparsa a Firenze (foto Twitter).

Il giallo del furgone bianco e dello scooter

Fotogrammi esaminati e da esaminare ancora, quelli presenti nei video delle telecamere di sorveglianza di una ditta che confina con il cortile dell’Astor. Dalla registrazione si evince prima un rumore, come la caduta di qualcosa dall’alto, poi la comparsa di un furgone bianco che parte poco dopo insieme a uno scooter, in direzione dell’uscita alla fine di un vialetto che sbuca in via Monteverdi.

Perquisita la ditta confinante con l’ex Astor

Non ha fornito ulteriori elementi utili la perquisizione eseguita nella ditta confinante con il cortile dell’ex hotel Astor, estesa anche ai titolari, come persone non indagate, durante la quale non è stato trovato nulla che possa ricondurre a Kata. Resta l’ipotesi legata al furgone e al ciclomotore, ma nessuna pista è stata confermata.

 

Saman Abbas, il giudice pakistano dice sì all’estradizione del padre Shabbar

Il giudice della corte distrettuale di Islamabad ha espresso parere favorevole all’estradizione di Shabbar Abbas. Il padre di Saman, la 18enne uccisa a Novellara nella primavera del 2021 dai genitori, da uno zio e da due cugini. Il magistrato, secondo quanto rivelano alcuni giornali locali, ha respinto l’istanza di rilascio su cauzione presentata dai legali di Shabbar Abbas. Il padre di Saman adesso può impugnare il documento di fronte all’Alta Corte di Islamabad. L’estradizione, in ogni caso, non è affatto scontata. A decidere sarà il governo del Pakistan, che non si è ancora espresso.

Il padre di Saman resterà in carcere: il giudice respinge la richiesta di domiciliari ed è favorevole all'estradizione
La giovane Saman Abbas, uccisa dalla famiglia nel 2020 (Facebook).

Il giudice ha disposto che Shabbar resti in carcere

Su disposizione del magistrato giudicante, Shabbar Abbas resterà in carcere nella struttura di Adyala, a disposizione delle autorità italiane. Il giudice nel corso dell’udienza, la mattina del 4 luglio, ha stabilito che il padre di Saman dovrà collegarsi in videoconferenza a ogni udienza italiana, come già accaduto il 19 maggio scorso. Il Gabinetto del ministro, intanto, si riunirà a breve per la decisione finale sull’estradizione. Shabbar Abbas è uno dei cinque imputati nel processo in corso a Reggio Emilia, davanti alla corte d’Assise, per l’omicidio della 18enne. Gli altri sono la moglie Nazia, che risulta ancora latitante, lo zio Danish Hasnain e i due cugini della giovane vittima, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Le ultime dichiarazioni di Shabbar risalgono al novembre 2022

Le ultime parole rese pubbliche di Shabbar Abbas risalgono al novembre 2022. Dopo essere stato fermato dagli agenti della polizia locale su disposizione della Fia, la Federal investigation agency di Islamabad, il padre di Saman ha dichiarato che la moglie «è tornata in Europa». Gli investigatori non hanno mai creduto a questa versione, ma a distanza di mesi la donna non è stata ancora trovata.

Wimbledon permetterà alle tenniste con il ciclo di indossare biancheria scura

A Wimbledon cambia una delle regole che più caratterizzano il torneo: l’abbigliamento bianco. Le tenniste nei giorni del ciclo mestruale potranno infatti giocare con biancheria scura. Soltanto in quel caso sarà, infatti, permesso loro di derogare alla regola. Entusiasmo da parte delle dirette interessate. Magda Linette, numero 23 al mondo, aveva dichiarato: «Non sono sicura che le persone possano capire quanto siano snervanti le giornate di ciclo». Durante la passata edizione del torneo, alcune manifestanti avevano protestato con pantaloncini rossi fuori dai campi.

Cogo Gauff: «Grande sollievo»

Molte atlete hanno prontamente commentato la notizia. La statunitense Coco Gauff ha parlato a Sky Sport di «un grande sollievo». Aggiungendo: «Avevo il ciclo l’anno scorso durante Wimbledon, ed è stato molto stressante. A volte andavo in bagno solo per assicurarmi che non si vedesse niente. Sicuramente per me e per le altre ragazze è positivo». Dello stesso avviso anche Anne Keothavong, ex numero 1 britannica attualmente membro del consiglio dell’All England Club, che ospita lo Slam. Per lei si tratta di «un gradito cambiamento in termini di regole». E l’amministratrice delegata del club, Sally Bolton, ha spiegato che la regola aiuterà le tenniste «a liberarsi di una forma d’ansia e permetterà loro di concentrarsi solamente sul gioco». Dello stesso avviso Heather Watson: «Parlo apertamente del mio ciclo, non credo sia un argomento tabù e mi piacerebbe che le persone ne parlassero di più», ha detto. «L’anno scorso ho preso la pillola per fermare l’emorragia perché sapevo che dovevo indossare mutande bianche e non volevo alcun imbarazzo».

Cambia il regolamento a Wimbledon: sì a indumenti intimi scuri per chi ha il ciclo
Coco Gauff in azione a Wimbledon (Getty).

I dubbi di Ons Jabeur: «Così sapranno tutti che hai il ciclo»

Tra le sportive, però, c’è anche chi non la pensa così. La tunisina Ons Jabeur, prima giocatrice africana a raggiungere i quarti in un torneo del Grande Slam (agli Australian Open nel 2020), ha dichiarato che «è meglio non essere paranoici». Poi ha avanzato un dubbio: «Tutti sapranno che hai il ciclo. Quindi davvero non so fino a che punto questa è una cosa buona e per questo ho sentimenti contrastanti».

Cambia il regolamento a Wimbledon: sì a indumenti intimi scuri per chi ha il ciclo
La tunisina Ons Jabeur (Getty).

Ponte sullo Stretto, la speranza di Salini: «Pronti per marzo a iniziare»

Dopo la recente approvazione del decreto sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, avvenuta il 16 marzo scorso da parte del Consiglio dei ministri, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, società capofila del consorzio impegnato nella costruzione della M4, a margine dell’inaugurazione della stazione di San Babila della nuova linea a Milano, ha confermato la possibilità di iniziare i lavori per marzo 2024: «Spero di poter dire al ministro che siamo pronti per marzo a iniziare fisicamente le opere».

Ponte sullo stretto: «Un sogno per gli italiani»

Salini ha usato queste parole per definire il ponte sullo sullo Stretto: «Penso che il ponte di Messina sia un sogno per gli italiani che deve essere realizzato esattamente come abbiamo trasformato in realtà il sogno dei milanesi» riferendosi alla realizzazione  della linea 4 della metropolitana. Ha inoltre fornito ulteriori dettagli «Abbiamo già cominciato le attività di aggiornamento progettuale. Dobbiamo riuscire a fare sì che queste grandi opere non siano solo sfide di terreno politico ma diventino invece vita per i cittadini, futuro per i ragazzi e capacità di attrarre talenti».

Pietro Salini, durante l'inaugurazione della linea M4 a Milano, si è espresso sull'inizio lavori del ponte sullo Stretto.
Pietro Salini, ad Webuild (foto Imagoeconomica).

Occorre tornare a essere «leader nelle infrastrutture»

Essere attuativi per essere attrattivi potrebbe essere la sintesi della parte conclusiva del discorso dell’ad della ex Salini Impregilo diventata Webuild nel 2020: «Dobbiamo portarci presto a questa capacità che abbiamo avuto in passato di essere leader nelle infrastrutture, abbiamo insegnato al mondo a costruire le strade, bisogna solo ricordare ai romani che cosa sono stati nel mondo, e come hanno esportato civiltà attraverso i trasporti. Questo può fare oggi l’Italia ancora, insegnando alle persone come si fanno i ponti».

Concerto Blanco a Roma: scaletta e orari del live allo Stadio Olimpico

Mancano poche ore al concerto di Blanco che si esibirà questa sera, martedì 4 luglio, allo Stadio Olimpico di Roma. Si tratta del primo dei due eventi che terrà negli stadi: alla data romana seguirà infatti quella allo stadio San Siro di Milano in programma per il 20 luglio.

Concerto Blanco Roma: la (possibile) scaletta dei brani

Il cantautore salirà sul palco insieme alla band composta da Michelangelo, Carmine Landolfi (in arte Bdog) alla batteria ed Emanuele Nazzaro al basso. Ancora non si hanno conferme sulla scaletta precisa ma, considerando i live passati, è presumibile che Blanco canti i seguenti brani:

  • Un briciolo di allegria
  • Innamorato
  • Lacrime di piombo
  • L’Isola delle rose
  • Notti in bianco
  • Mi fai impazzire
  • Brividi
  • Finché non mi seppelliscono
  • Nostalgia
  • Lucciole
  • Blu celeste
  • Paraocchi
  • Ladro di fiori
  • La canzone nostra

Il palco dell’Olimpico sarà per l’artista la prima occasione per presentare live alcuni pezzi del suo ultimo album, Innamorato, pubblicato a aprile 2023 e al primo posto della classifica Fimi dei dischi più venduti. È il secondo della sua carriera e si fregia della grande collaborazione di Mina nel pezzo Un briciolo di allegria. Un’occasione speciale quella del concerto di questa sera, 4 luglio, in una delle location più importanti per la musica italiana. Il cantante emozionato ha dichiarato: «Per me è molto importante pormi sempre nuove sfide e cercare di alzare costantemente il livello. La prima delle due tappe sarà Roma, una città che per me è una seconda casa e che porto nel cuore per tantissime cose: famiglia, bellezza, calcio. Sto lavorando duramente per poter offrire uno spettacolo che possa essere magico, curato sotto ogni dettaglio per lasciare qualcosa a chi viene ad ascoltarmi. Ci saranno diverse sorprese, sotto tanti punti di vista. Solo quando mi esibisco davanti alle persone riesco ad essere completamente sincero con me stesso e con gli altri e con questo live così speciale voglio donarmi al 100 per cento».

Diana Del Bufalo ufficializza la relazione col fidanzato: la foto e la dedica

Diana Del Bufalo ha presentato sulla sua pagina Instagram il suo nuovo fidanzato, pur senza regalare ai fan troppi dettagli. Si tratta della prima storia d’amore importante dopo quella con Paolo Ruffini con cui si era lasciata nel 2019.

Diana Del Bufalo presenta il suo nuovo fidanzato

L’attrice, che ha dichiarato molte volte di aver sofferto molto la fine della storia con il conduttore, finalmente sembra aver trovato la serenità accanto a quest’uomo misterioso. Dopo la rottura con Ruffini, l’attrice aveva avuto una breve liaison con Edoardo Tavassi, fratello della concorrente del Grande Fratello 11 Guendalina. Adesso, al suo fianco, finalmente un nuovo amore. A ufficializzarlo una foto sulla sua pagina Instagram a corredo della quale la Del Bufalo ha scritto la seguente didascalia: «Mi avevano detto che non avrei più provato l’amore che era una cosa che da adulti non si prova più perché ormai… Non ascoltate nessuno se non voi stessi. Le risposte sono già tutte dentro di voi e fregatevene di quello che potrebbero pensare gli altri, non hanno potere sui vostri pensieri. Viva la vita». La cantante si è mostrata al settimo cielo in vacanza a Formentera.

Si conosce solo il suo nome

Del nuovo amore di Diana De Bufalo si conosce molto poco. Si sa solo che si chiama Patrizio e non appartiene al mondo dello spettacolo. La coppia, prima dello scatto pubblicato dalla Del Bufalo, era stata vista insieme in altre occasioni. Tra queste lo spettacolo del Cirque du Soleil Kurios Cabinet of Curiosities a Roma a marzo scorso e una foto, pubblicata sempre dall’attrice, corredata dalla dedica di poche parole: «Tu. Tutto. Tu tu ruttutu».

 

Sottomarino Titan, la mail di allarme ignorata dal Ceo di OceanGate

Sempre più prove suggeriscono che la tragedia del sottomarino Titan si sarebbe potuta evitare. L’ultima in ordine di tempo riguarda il contenuto di una email inviata nel 2018 da David Lochridge, allora direttore delle operazioni marittime di Oceangate, a un ex socio della compagnia in riferimento al Ceo Stockton Rush. «Sono molto preoccupato che per alimentare il suo ego possa uccidere se stesso e altre persone», aveva scritto a Rob McCallum in una comunicazione riportata dal New Yorker. In precedenti ispezioni, aveva anche riscontrato anomalie nella struttura e nei materiali di composizione del mezzo, a suo avviso inadatti alle alte profondità. Insider ha invece ricordato un incidente del maggio 2018 con un fulmine durante un’immersione di prova.

In una mail del 2018, ignorata dal Ceo di OceanGate, si denotavano problemi a struttura, cablaggio e materiali del sottomarino Titan.
David Lochridge, autore del rapporto sui problemi allo scafo (OceanGate, Facebook).

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Nel 2018 David Lochridge aveva riscontrato difetti a struttura, cavi e materiali del sottomarino Titan

Secondo il New Yorker, in qualità di direttore delle operazioni marittime Lochridge aveva potuto ispezionare il sottomarino Titan già il 18 gennaio 2018. Dopo un accurato sopralluogo aveva redatto un rapporto in cui emergevano diverse preoccupazioni per la solidità strutturale. I bulloni di montaggio erano sul punto di staccarsi e le zavorre rischiavano di scollarsi facilmente dallo scafo. In aggiunta, aveva notato dei fori di immersione errati su ambo i lati e scanalature per gli O-ring non conformi allo standard. Analizzando il mezzo, aveva riscontrato l’utilizzo di materiali inadeguati all’immersione, suscettibili a corrosione in caso di contatto con l’acqua salata. Non andava meglio con i cavi del propulsore, pronti a strapparsi in caso di forte pressione, e per il componente satellitare usato per la geolocalizzazione ma fissato con semplici fascette. In aggiunta, l’involucro in vinile interno sprigionava gas tossici.

In una mail del 2018, ignorata dal Ceo di OceanGate, si denotavano problemi a struttura, cablaggio e materiali del sottomarino Titan.
Un’immagine del Titan prima di un’immersione di prova (OceanGate, Facebook).

Il giorno successivo, il 19 gennaio, inviò il rapporto a Rush, suggerendogli di eseguire ulteriori test. «Prima di adeguate misure correttive, il sottomarino Titan non deve assolutamente partire», scrisse al Ceo della OceanGate. I vertici della società respinsero ogni critica, assicurando che lo scafo fosse a norma e non necessitasse di ulteriori test. A stretto giro seguì il licenziamento di Lochridge, secondo Rush colpevole di aver sollevato preoccupazioni inutili. «Non mi fidavo di lui», ha spiegato al New Yorker. «Il Titan andava incontro a una tragedia preannunciata». Nel maggio 2018, durante un’immersione di prova, il sottomarino avrebbe anche subito danni da un fulmine. «Un colpo alla fibra di carbonio ci avrebbe fatto fuori», aveva detto lo stesso Rush in un’intervista con la società tecnologica Teledyne Marine, poi cancellata. La scarica aveva compromesso la strumentazione e i sistemi interni, lasciando il mezzo in balia di problemi a connettori e cablaggi.

L’acqua di Fukushima sarà scaricata nel Pacifico: la Cina attacca il Giappone

Il Giappone scaricherà oltre un milione di metri cubi di acqua radioattiva trattata, utilizzata per raffreddare i reattori nucleari della centrale di Fukushima, nell’Oceano Pacifico. Il procedimento è già in corso e dopo il via libera dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, si partirà già durante l’estate del 2023. Tokyo ha accolto a inizio luglio il direttore dell’ente, Rafael Grossi, nella capitale per un faccia a faccia con il premier nipponico Fumio Kishida. Con sé ha portato il report sulla fattibilità dell’operazione, con la valutazione positiva di Aiea. L’acqua utilizzata nella centrale, colpita dallo tsunami del 2011, finirà nell’oceano causando effetti «trascurabili» su ambiente e persone, secondo l’agenzia dell’Onu.

L'acqua della centrale nucleare di Fukushima finirà nell'Oceano Pacifico. Ma la Cina attacca il Giappone: «Non è la vostra fogna»
Un ingegnere all’interno della centrale nucleare di Fukushima (Getty).

Dalla Cina: «L’oceano non è la fogna del Giappone»

Nonostante i pareri positivi di Aiea, la Cina protesta. Il governo di Pechino ha espresso tutte le proprie perplessità con il proprio ambasciatore in Giappone, Wu Jianghao: «L’acqua di Fukushima non è paragonabile alla normale acqua di raffreddamento». A fagli eco, anche i portavoce del ministero degli Esteri cinese: «Se la parte giapponese è decisa ad andare per la sua strada, deve sopportare tutte le conseguenze. L’oceano non è la fogna privata del Giappone». A giugno, anche a Seul si sono registrate proteste di fronte all’ambasciata giapponese. Il governo della Corea del Sud continua a vietare l’importazione di prodotti ittici che provengono dall’area della centrale nucleare. E protestano anche i pescatori giapponesi, che temono un contraccolpo sulla propria reputazione e su quella dei prodotti pescati.

L'acqua della centrale nucleare di Fukushima finirà nell'Oceano Pacifico. Ma la Cina attacca il Giappone: «Non è la vostra fogna»
Attivisti in protesta davanti all’ambasciata giapponese a Seul (Getty).

Kishida: «Non rilasceremo qualcosa che danneggi le persone»

Intanto da Tokyo arrivano rassicurazioni. Il premier Kishida, mentre si attende l’approvazione finale della Tepco, la proprietaria della centrale, ha dichiarato: «Non permetterò un rilascio che possa danneggiare le persone o l’ambiente in Giappone o nel mondo. Continuerò a dare spiegazioni accurate in patria e all’estero, su basi scientifiche e con un alto grado di trasparenza». Ai dubbi di Pechino, invece, il governo ha replicato con un report in cui si sottolinea che «le centrali nucleari cinesi hanno rilasciato nell’oceano acqua contenente trizio a livelli fino a 6,5 volte superiori alla quantità annuale prevista per il rilascio dalla centrale nucleare Fukushima». L’acqua utilizzata per i reattori è stata filtrata con sistemi tecnologici ed elaborati, ma resta un problema: il trizio. Si tratta dell’isotopo radioattivo dell’idrogeno, per il quale non esiste alcun tipo di trattamento.

Del Vecchio, Milleri e Bardin vogliono farsi pagare pure le tasse sull’eredità

Avranno pure intenzione di scalare le Generali, ma prima in casa Del Vecchio c’è qualcosina da mettere a posto. E non di poco conto. Quel qualcosina è la miliardaria eredità lasciata dal fondatore Leonardo alla sua morte, avvenuta nel giugno dell’anno scorso. Avendo sei figli avuti da mogli diverse, e alcuni manager di fiducia da premiare (a cominciare dall’amministratore delegato Francesco Milleri cui ha voluto assegnare un generosissimo lascito, nella fattispecie un pacchetto di azioni EssiLux del valore di 340 milioni di euro) si capisce bene che il passaggio dei beni rischia di scontentare più di qualcuno e scombinare i delicati assetti seguiti all’uscita di scena del re degli occhiali.  Gli eredi mugugnano, non vorrebbero farsi carico del lascito a Milleri, che proprio in questi giorni si è visto bocciare una richiesta di un rimborso da 56 milioni di euro su cui più avanti ci soffermeremo.

Del Vecchio, Milleri e Bardin vogliono farsi pagare pure le tasse sull'eredita?
Francesco Milleri (Imagoeconomica).

Escluse dai crediti le richieste di rimborso delle imposte di successione avanzate da Milleri e Bardin 

Chiaro quindi che ciascuno tenda a cautelarsi, prendendo posizione sulle varie partite creditorie nell’ambito della procedura concorsuale di liquidazione dell’eredità. È il caso di Luca Del Vecchio, 22 anni, bocconiano, uno dei due figli che il re degli occhiali ha avuto da Sabina Grossi, il quinto dei sei in ordine cronologico. Tra tutta la progenie sembra essere quello più attento alla spartizione di un impero che vale almeno 30 miliardi. Ebbene, il giovane Luca ha voluto stilare una classificazione di tutte le dichiarazioni di credito pervenute entro il 24 maggio scorso. Una miriade di richieste. Che vanno da consulenze a spese mediche, parcelle di perizie immobiliari, onorari di avvocati, stipendi e arretrati da saldare, manutenzione dello yacht Moneikos, e via discorrendo. Con l’assistenza del notaio milanese Mario Notari, i crediti sono stati suddivisi per capitoli: crediti per la procedura, crediti sorti per la gestione e il mantenimento dei beni e dei diritti dell’eredità, crediti ereditari, crediti derivanti da legati c.d. “obbligatori”, in sostituzione di legittima, crediti non ammessi al passivo (ossia crediti per i quali è pervenuta dichiarazione di credito, ma che non sono ammessi al passivo del presente stato di graduazione, in quanto ritenuti insussistenti e/o infondati e/o estranei alla procedura di liquidazione concorsuale dell’eredità beneficiata). Ed è quest’ultimo il capitolo che riserva la sorpresa più clamorosa. Anzi, le due sorprese. Perché non ammessa al passivo secondo Luca Del Vecchio, confortato immaginiamo dal parere dei suoi legali, c’è la richiesta avanzata da Milleri di rimborso delle imposte di successione sulle azioni ricevute per un ammontare di 56.156.945 euro. E quella di Romolo Bardin, tra i più stretti collaboratori di Del Vecchio e amministratore delegato di Delfin, la finanziaria cui fanno capo tra gli altri per esempio gli investimenti in Mediobanca e Assicurazioni Generali, la cui richiesta di rimborso è per 580.930 euro a fronte di un pacchetto di azioni pari a circa 3,5 milioni di euro.

Del Vecchio, Milleri e Bardin vogliono farsi pagare pure le tasse sull'eredità
dalla Gazzetta Ufficiale.

In sostanza i due manager vorrebbero che nelle spese di liquidazione di quanto ricevuto rientrasse anche la parte che loro devono versare al fisco. Detto banalmente, vorrebbero che il lascito venisse loro corrisposto al netto delle tasse. Una pretesa francamente discutibile, di cui evidentemente Luca del Vecchio (e vedremo se anche qualcun altro dei fratelli sarà della sua stessa opinione) non ha alcuna intenzione di farsi carico. Del resto Luca non è nuovo al dissenso interno. In occasione dell’ultima assemblea di Mediobanca, come titolare di 50 azioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia, ha votato in maniera difforme da Delfin, la finanziaria di famiglia di cui è al 12,5 per cento azionista.

Aumenti in busta paga da luglio 2023: come funziona il taglio al cuneo fiscale

Così come stabilito dal recente decreto lavoro, per il 2023 è stato predisposto un nuovo taglio del cuneo fiscale che porterà circa 14 milioni di dipendenti ad avere degli aumenti netti in busta paga a partire da luglio.

Taglio del cuneo fiscale 2023

ll nuovo taglio del cuneo fiscale prevede che, nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2023, ci sia una riduzione di quattro punti percentuali per i lavoratori dipendenti con guadagni annuali uguali o inferiori a 35 mila euro. L’effetto della misura è ancora più marcato per tutti i lavoratori con guadagni inferiori:

  • è del 7 per cento per chi ha redditi fino a 25 mila euro;
  • è del 6 per cento per redditi fino a 35 mila euro.

Gli aumenti in busta paga da luglio 2023

Già prima di luglio, tuttavia, nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2023, i lavoratori avevano assistito – grazie a una proroga delle decisioni prese dal governo Draghi nel 2022 – a un taglio del cuneo del 2 per cento per redditi fino a 35 mila euro. La nuova Legge di bilancio, quella del 2023, invece, ha ampliato tale sforbiciata in favore delle fasce più deboli. Ecco dunque che fino al 30 giugno 2023 lo scenario era il seguente: chi ha redditi fino a 25 mila euro ha goduto di un taglio del cuneo fiscale del 3 per cento, chi è sopra i 25 mila euro e sotto i 35 mila euro del 2 per cento. Dal 1° luglio, invece, la soglia del taglio del cuneo sale, per tutti, al 4 per cento, almeno fino al 31 dicembre 2023. Ne deriva che:

  • i lavoratori con redditi fino a 25 mila euro potranno beneficiare di un taglio del cuneo fiscale del 7 per cento;
  • i lavoratori con redditi compresi tra 25 a 35 mila euro potranno vantare una riduzione di 6 punti percentuali.

Stando alle stime, gli aumenti registrati in busta paga dovrebbero essere di circa 90 – 100 euro al mese, con la tredicesima che resta esclusa dagli aumenti.

Israele, auto contro la folla a Tel Aviv in risposta ai raid notturni a Jenin

La tensione in Medio Oriente è sempre più alta. Dalla notte tra domenica 2 e lunedì 3 luglio, Israele sta conducendo un’operazione militare massiccia sul centro palestinese di Jenin, che ha causato in oltre 24 ore più di cento feriti e dieci vittime accertate. Dal campo profughi della cittadina della Cisgiordania, a nord di Gerusalemme, sono fuggite oltre tremila persone. Il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato lunedì 3 luglio: «Negli ultimi mesi, Jenin è diventata una città rifugio per il terrorismo. Noi ci stiamo occupando di porre fine a questa situazione». Dall’altra parte, l’Anp, l’Autorità nazionale palestinese guidata dal presidente Abu Mazen, ha definito l’operazione «un crimine» e all’indomani delle parole di Netanyahu un’auto lanciata contro la folla a nord di Tel Aviv ha provocato diversi feriti.

A Tel Aviv un'auto si è lanciata sulla folla. Da due notti a Jenin l'esercito di Israele conduce raid contro i palestinesi
Un veicolo di terra dell’esercito di Israele a Jenin, durante le operazioni militari (Getty).

Tel Aviv, auto sulla folla: almeno dieci feriti

Il primo bilancio dell’attentato a Tel Aviv parla di almeno dieci feriti, tra cui una donna in gravi condizioni. Alla guida dell’auto, secondo le autorità, c’era il 23enne Hassim Halaila, giovane palestinese di Hebron, ucciso da un passante. Il capo della polizia ha raccontato: «L’attentatore è arrivato a bordo di un’auto e ha centrato una fermata di autobus e subito dopo ha cominciato ad accoltellare i passanti. È stato fermato dal coraggioso intervento di un civile». Gli elicotteri continuano a sorvolare la città in cerca di altri eventuali complici. Hamas da Gaza, tramite il proprio portavoce Hazem Qassem, ha applaudito l’attentatore parlando di «un’eroica vendetta», in risposta all’operazione militare israeliana: «L’occupazione pagherà il prezzo per i suoi crimini contro Jenin. Lodiamo gli eroi del nostro popolo e i combattenti a Jenin».

A Tel Aviv un'auto si è lanciata sulla folla. Da due notti a Jenin l'esercito di Israele conduce raid contro i palestinesi
L’auto dell’attentatore dopo lo schianto contro la fermata del bus (Getty).

Hagari: «A Jenin poca resistenza»

Intanto l’operazione dell’esercito israeliano prosegue. Il portavoce Daniel Hagari ha parlato dei raid con i giornalisti, spiegando che «la resistenza degli uomini armati è stata bassa. Sono scappati dagli obiettivi che abbiamo colpito». Da Jenin negli ultimi anni sono partiti almeno 50 attacchi con armi da fuoco contro obiettivi israeliani. Le operazioni in Cisgiordania continuano e hanno portato, nell’ultimo anno e mezzo, alla morte di centinaia di palestinesi. Dall’inizio del 2023 a oggi, invece, gli israeliani che hanno perso la vita in attacchi terroristici sono 24.

Nato, Stoltenberg segretario generale per un altro anno

La Nato ha prorogato di un anno il contratto del segretario generale Jens Stoltenberg, a capo dell’Alleanza atlantica dal 2014, quando fu designato come successore di Anders Fogh Rasmussen. Il suo mandato, in scadenza a settembre, era già stato prorogato tre volte – l’ultima nel 2022 quando la Russia ha invaso l’Ucraina – e lui stesso aveva negato a febbraio la possibilità di una quarta. La necessità di garantire una guida esperta mentre è ancora in corso in conflitto, unita alla difficoltà di individuare un successore che mettesse d’accordo tutti, hanno fatto sì al contrario si concretizzasse una nuova proroga.

La decisione sarà approvata dai capi di Stato e di governo alleati a Vilnius

L’ex premier norvegese rimarrà così in sella (almeno) fino al primo ottobre 2024, completando un decennio da segretario generale Nato. La decisione sarà approvata dai capi di Stato e di governo alleati al vertice di Vilnius, in programma l’11 e 12 luglio. In Lituania Stoltenberg sarà anche chiamato a mediare tra Stati Uniti e Francia, con la Casa bianca che pensa a contrastare la Cina e l’Eliseo che invece vuole mantenere l’attenzione sull’area nord-atlantica.

Nato, prolungato il mandato di Jens Stoltenberg come segretario generale dell'Alleanza. Resterà in carica fino al 2024.
Un incontro tra Jens Stoltengerg e Joe Biden alla Casa Bianca (Getty Images).

Stati Uniti e Ucraina, soddisfazione per la nuova proroga del mandato 

«Accolgo con favore l’annuncio che la Nato estenderà il mandato del Segretario generale Jens Stoltenberg per un ulteriore anno. Con la sua ferma leadership, esperienza e giudizio, ha portato la nostra Alleanza attraverso le sfide più significative per la sicurezza europea dalla seconda guerra mondiale». Lo ha affermato il presidente Usa Joe Biden, sottolineando che «oggi l’Alleanza è più forte, più unita e propositiva di quanto non sia mai stata». Anche l’Ucraina ha accolto con favore la proroga del mandato. «I tempi difficili richiedono una leadership forte. Stoltenberg ha dimostrato proprio questo. Non vedo l’ora di promuovere la nostra cooperazione», ha twittato il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba.

Nato, prolungato il mandato di Jens Stoltenberg come segretario generale dell'Alleanza. Resterà in carica fino al 2024.
Jens Stoltenberg a colloquio con la stampa durante una visita alla base militare Ramstein (Getty Images).

«Il nuovo segretario generale della Nato sarà il buon vecchio segretario generale della Nato. E va bene così», ha commentato la premier estone Kaja Kallas, considerata a lungo una delle possibili candidate alla successione, al pari della prima ministra danese Mette Frederiksen.

Anticipo Naspi 2023: come funziona e chi può fare domanda

La Naspi, nuova assicurazione sociale per l’impiego, rappresenta una forma di indennità che viene corrisposta mensilmente a chi ha perso il lavoro e ne fa richiesta. Anche nel 2023 i cittadini hanno la possibilità di richiederne l’anticipo, ovvero l’erogazione in un’unica soluzione di tutte le mensilità che non sono state ricevute dal beneficiario (Dlgs n. 22 del 2015, articolo 8).

Anticipo Naspi 2023: come funziona

Iniziamo subito col dire che, per come è strutturato, l’anticipo della Naspi deve essere inteso come una forma di incentivo all’autoimprenditorialità. Il suo scopo, infatti, è quello di consentire al beneficiario di poter avviare un’attività imprenditoriale autonoma potendo contare sulla liquidazione anticipata in un’unica soluzione della propria indennità di disoccupazione. Affinché la misura si concretizzi, è necessario presentare apposita domanda entro e non oltre 30 giorni dall’inizio dell’attività autonoma, dell’impresa individuale o dalla sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa. Il destinatario di questa richiesta è l’Inps, con la domanda che può essere presentata attraverso l’apposita sezione del sito istituzionale oppure tramite il numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 (a pagamento da rete mobile) o gli enti di patronato e intermediari dell’istituto. In fase di richiesta è di fondamentale importanza allegare tutta la documentazione necessaria a dimostrare l’avvio di una delle attività previste.

Anticipo Naspi 2023: chi può fare domanda

In base ai discorsi fin qui affrontati, è possibile dire che l’anticipo della Naspi 2023 è riservato ai percettori dell’indennità di disoccupazione che sono intenzionati ad avviare un’attività lavorativa autonoma, ma anche:

  • avviare un’impresa individuale;
  • sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa con rapporto mutualistico di attività lavorativa da parte del socio;
  • sviluppare a tempo pieno e in modo autonomo l’attività autonoma già iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente che, essendo cessato, ha dato diritto all’indennità di disoccupazione.

GialappaShow tra risate e ascolti: le certezze sono Jean Claude e Madreh

A Pechino Express, immersi nella natura selvaggia. In un’ipotetica puntata crossover con Bridgerton. In uno studio discografico nei panni di Shakira e varie popstar. Jean Claude e sua madre – anzi: Madreh, da scrivere e leggere rigorosamente con aspirazione finale – sono le star del GialappaShow, il riuscito programma della Gialappa’s Band. In attesa dell’ultima puntata della stagione, in onda domenica 9 luglio alle 21.30 su Tv8, è il caso di ricordare la carriera dei due comici che ogni settimana fanno ridere con la loro rubrica Sensualità a corte. Il baronetto omosessuale, sempre alla ricerca di un nuovo partner, è Marcello Cesena. Sua madre, tirannica e vanitosa aristocratica settecentesca, è invece Simona Garbarino. Nato nel 2005 come sketch di Mai dire Lunedì, ha fatto capolino in Quelli che il calcio e Honolulu rispettivamente su Rai2 e Italia 1, prima di approdare su Tv8.

Sensualità a corte, carriera e vita privata di Marcello Cesena e Simona Garbarino

Nel duo di comici, il più celebre è senza dubbio Marcello Cesena, tra l’altro ideatore dello sketch Sensualità a corte. Classe 1956, genovese, ha lavorato per teatro e cinema, debuttando sul grande schermo con Una gita scolastica di Pupi Avati nell’83. Pur avendo diretto Aldo, Giovanni e Giacomo nel film Cosmo sul comò, il suo nome è legato soprattutto alla televisione. Da quando, nel 1991, creò per il programma Avanzi di Rai3 i Broncoviz, dove comparve assieme a Maurizio Crozza, Mauro Pirovano, Carla Signoris e Ugo Dighero. Con parodie dei principali spot televisivi dell’epoca, hanno conquistato il pubblico tanto da ideare nel 1996 Hollywood Party, sempre su Rai3. Tra i personaggi più noti la soprano Irina Skassalkatsaja, il critico cinematografico Steve Imparato e il direttore d’orchestra Empire State McNamara.

Nel 2004, Cesena propose alla Gialappa’s il baronetto Jean Claude, per cui dovette anche combattere. «Non piacque subito, ma li convinsi a farmelo fare per due puntate», ha detto in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni. Il resto è ormai storia, dato che il giovincello di Sensualità a corte è sullo schermo da quasi 20 anni. Sempre in contrasto con Madreh, personaggio dietro cui si nasconde la comica Simona Garbarino. Anch’ella genovese, oltre che attrice teatrale è pedagogista con esperienze nel settore socio-educativo e poetessa, anche se dice di aver iniziato «timidamente a scrivere». Pur interpretando un ruolo genitoriale, nella vita privata non ha figli, se non quelli acquisiti nel pubblico. «Li ho ereditati sul lavoro», ha scherzato anche lei a Tv Sorrisi e Canzoni. Cesena invece ha sposato nel 2020 a Roma il suo storico compagno, Alessandro Iovine.

GialappaShow, i protagonisti del programma comico di Tv8

Il duo di Sensualità a corte è però solo uno dei boost che hanno spinto GialappaShow verso il successo. Con uno share medio del 5 per cento, forte di una premiere da oltre 900 mila spettatori, il debutto su Tv8 della Gialappa’s Band, orfana di Carlo Taranto, ha fatto incetta di ascolti. Fondamentale anche la presenza del Mago Forest, conduttore d’eccezione del programma, e di comici del calibro di Ubaldo Pantani, Antonio Ornano e Brenda Lodigiani. In ogni puntata hanno fatto capolino showgirl e presentatrici televisive, tra cui Federica Nargi, Paola Di Benedetto e Giulia Salemi.

Marcello Cesena e Simona Garbarino sono Jean Claude e Madreh in Sensualità a corte. Carriera e vita privata dei due comici del GialappaShow.
Marcello Cesena e Simona Garbarino negli sketch (Twitter).

Bonus 100 e lode maturità 2023: come funziona e a chi spetta

Così come avviene già dal 2007, anche a conclusione dell’esame di maturità 2023 verranno assegnati dei bonus a tutti gli studenti più meritevoli, ovvero coloro che hanno conseguito il diploma con la votazione di 100/100 e lode.

Cos’è il bonus 100 e lode maturità 2023

Il bonus 100 e lode maturità 2023 si sostanzia in un compenso economico del valore variabile che viene destinato agli studenti che, alla fine degli esami di Stato, avranno conseguito il massimo dei voti. A sostegno della misura, che ha lo scopo principale di incentivare lo studio e promuovere le eccellenze, sono stati destinati dal governo 5 milioni di euro che verranno ripartiti tra tutti coloro che ne hanno diritto. Se ne deduce che l’importo del bonus non è definibile in anticipo, anche se secondo le stime nel 2023 dovrebbe corrispondere a circa 80 euro. Quanto ai beneficiari, si ricorda ancora una volta che si tratta di coloro che sono riusciti ad ottenere la lode all’esame di maturità e, dunque, a quei soggetti premiati dalla commissione esaminatrice per particolari meriti dimostrati in sede di esame. Si sottolinea inoltre che per l’anno scolastico 2022/2023 il bonus potrà essere beneficiato solo dagli studenti che hanno conseguito il traguardo previsto dalla misura senza l’aggiunta dei cinque punti bonus.

Come funziona

Nel momento in cui uno studente ottiene il punteggio di 100/100 e lode all’esame di maturità 2023, questo viene inserito nell’albo nazionale delle eccellenze. In seguito il premio verrà erogato direttamente allo studente dal dirigente scolastico che, a sua volta, riceverà le risorse finanziarie dal ministero dell’Istruzione. I maturati aventi diritto, dunque, dovranno richiedere il bonus 100 e lode 2023 direttamente alla propria scuola. La richiesta, in realtà, più che all’ottenimento delle risorse economiche, serve come elemento di consenso all’inserimento del proprio nome dell’albo nazionale delle eccellenze.

Fondazione TIM al fianco dell’Emilia-Romagna: donazione per la scuola Pirazzini di Faenza

Fondazione TIM interviene in soccorso all’Emilia-Romagna e delibera una donazione in favore del Comune di Faenza da destinare al ripristino della scuola primaria Pirazzini che ha subito notevoli danni a causa della recente alluvione. In particolare, la fondazione presieduta da Salvatore Rossi e guidata dal direttore generale Giorgia Floriani offrirà un supporto finanziario pari a 300 mila euro per il rifacimento dei locali al piano terra della scuola (cucina, palestra, laboratorio ceramico, laboratorio attività integrative e alcune aule).

Il sindaco di Faenza: «La ripartenza deve nascere da un lavoro di squadra»

Queste le dichiarazioni di Massimo Isola, sindaco di Faenza: «Un grazie di cuore alla Fondazione TIM per questo generoso contributo. Anche questa importantissima realtà, come altri soggetti privati e produttivi italiani, ha sentito la necessità di darci una mano nel percorso di rigenerazione della nostra città dopo le terribili alluvioni che hanno sconvolto Faenza nel mese di maggio. In particolare, abbiamo deciso di destinare il generoso contributo della Fondazione TIM alla scuola elementare Pirazzini per ripristinare l’intero piano terra che ospita aule studio, i laboratori delle attività, la zona cucina, la mensa e il cortile tanto prezioso per i momenti ludici di bambine e i bambini che frequentano questo polo didattico. La ripartenza deve nascere da un lavoro di squadra tra gli enti pubblici, l’associazionismo e il mondo delle aziende private per lavorare insieme così da poter rimettere in piedi un territorio così vivo e carico di energia come è la Romagna».

Salvatore Rossi, presidente della Fondazione TIM: «La scuola deve ricominciare a vivere»

Gli ha fatto eco il presidente della Fondazione TIM Salvatore Rossi: «Vogliamo testimoniare concretamente la nostra vicinanza al territorio colpito da questa calamità e abbiamo quindi deciso un intervento a favore della scuola Pirazzini, perché lo riteniamo esemplare dei valori che la nostra Fondazione promuove: solidarietà, sviluppo culturale e civile. Il nostro desiderio è che questo luogo di prima formazione dei bambini possa presto ricominciare a vivere».

Gemonio, Giusy Caliandro travolta da un’auto: c’è un ricercato per omicidio volontario

A Gemonia, piccolo centro al nord-ovest di Varese, la comunità è ancora sconvolta per la morte di Giuseppina Caliandro. La donna, conosciuta come Giusy, aveva 41 anni e sabato 1 luglio è stata travolta da un’auto su cui viaggiava fino a pochi istanti prima. Secondo quanto raccontato dai testimoni, la vittima sarebbe scesa in via Garibaldi dalla vettura, litigando animatamente con l’uomo alla guida. Non appena chiusa la portiera, però, quest’ultimo avrebbe accelerato improvvisamente, investendola e scappando via. Nella fuga, l’auto ha speronato anche un’altra macchina proveniente in senso opposto. Adesso la procura procede per omicidio volontario.

Giusy Caliandro è stata uccisa volontariamente, travolta da un'auto: lo dice la procura di Varese che ora dà la caccia al killer
Giusy Caliandro, 41 anni, è stata travolta da un’auto da cui era scesa poco prima (Facebook).

La procura di Varese: «Ricerche anche in campo internazionale»

A distanza di tre giorni, il 4 luglio, il procuratore della Repubblica di Varese, Massimo Politi, ha rotto il muro di silenzio intorno ai fatti di Gemonio. Dalla procura fanno sapere che si procede per omicidio volontario nei confronti di una «persona identificata e già ricercata dalle forze dell’ordine anche in campo internazionale». Intanto i carabinieri di Luino e del reparto investigativo di Varese avevano già lanciato domenica 2 luglio un appello alla cittadinanza. Veniva chiesto a «chiunque ritenga di avere informazioni utili sulla dinamica degli eventi del 1° luglio» di contattare i carabinieri del luogo o il nucleo investigativo dell’Arma varesina.

L’autopsia di Giusy Caliandro sarà effettuata dopo il 9 luglio

La comunità si stringe intorno alla famiglia della donna. Sconvolti anche i cittadini di Tradate, a 30 chilometri da Genomio, dove risiede la famiglia della 41enne e dove lei stessa ha lavorato per anni in alcuni locali. L’autopsia sul corpo di Giusy Caliandro sarà effettuata, come spiega la nota della procura di Varese, soltanto la prossima settimana, dopo il 9 luglio, «per motivi tecnici comunicati ai familiari». Sui social e sui quotidiani locali, gli amici della vittima hanno lanciato un messaggio con cui chiedono giustizia: «Tutti ci chiediamo come sia stato possibile un gesto così atroce, come hanno potuto fare questo a lei!? Siamo ancora tutti increduli e tutti vogliamo che sia fatta giustizia per la nostra amica».

Giusy Caliandro è stata uccisa volontariamente, travolta da un'auto: lo dice la procura di Varese che ora dà la caccia al killer
Giusy Caliandro in una foto sui social (Facebook).

Afghanistan, i talebani chiudono parrucchieri e saloni di bellezza per donne

Le libertà delle donne si sono costantemente ridotte da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan nel 2021. Adesso un altro provvedimento: i fondamentalisti islamici hanno ordinato la chiusura di tutti i parrucchieri e i saloni di bellezza per donne. Un portavoce del governo ha detto che i negozianti, informati della misura il 2 luglio, hanno un mese di tempo per adempiere all’ordine.

Afghanistan, i talebani chiudono parrucchieri e saloni di bellezza per donne. I negozianti hanno un mese di tempo per adempiere all’ordine.
Un salone di bellezza di Mazar-i-Sharif, in Afghanistan (Getty Images).

In molti casi le vetrine erano già state oscurate

La chiusura dei saloni di bellezza aveva fatto parte di una vasta gamma di misure imposte dai talebani quando erano stati al potere tra il 1996 e il 2001. I negozi erano stati poi riaperti negli anni successivi all’invasione dell’Afghanistan guidata dagli Stati Uniti nel 2001. Dopo la presa del potere completata nell’agosto del 2021, i talebani avevano concesso a parrucchieri e saloni di bellezza di rimanere aperti, ma in molti casi le vetrine erano state oscurate e le foto di donne che erano esposte all’esterno erano state verniciate per nasconderne i volti. Il governo talebano non ha motivato la decisione, né spiegato quali saranno le alternative disponibili per le donne una volta chiusi i saloni.

Afghanistan, i talebani chiudono parrucchieri e saloni di bellezza per donne. I negozianti hanno un mese di tempo per adempiere all’ordine.
Una donna in burqa in una via di Kabul (Getty Images).

Le afghane sono state private dei diritti più basilari

Reagendo alla nuova chiusura, una donna afghana ha detto alla Bbc: «I talebani stanno togliendo i diritti umani più basilari alle donne afghane. Con questa decisione, ora stanno addirittura privando le donne della possibilità di servire altre donne». Da quando sono tornati al potere, i talebani hanno ordinato la chiusura delle scuole secondarie femminili e vietato alle ragazze di frequentare l’università, così come palestre, parchi e giardini pubblici. Le afghane, inoltre, non possono nemmeno lavorare per le Nazioni Unite. Le donne, poi, non possono guidare, devono essere accompagnate da un parente maschio in caso debbano percorrere distanze superiori ai 70 chilometri e, nei luoghi pubblici, sono obbligate a indossare il burqa.

L’Aquila, trovano morto il padre e lo nascondono per intascare la pensione

Era stato trovato morto in un sacco a pelo la scorsa estate a Castrovalva. Ora quel cadavere ha un nome. Si tratta di Bruno Delnegro, 81enne di Trani identificato oggi, a distanza di quasi un anno da quando ne è stato ritrovato il corpo a Castrovalva, una frazione del Comune di Anversa degli Abruzzi, in provincia di L’Aquila. La svolta nelle indagini ha permesso ai carabinieri del nucleo investigativo del capoluogo abruzzese di scoprire anche il movente e gli autori del gesto. Si tratta dei tre figli dell’anziano e della compagna di uno di loro, adesso tutti iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di soppressione di cadavere, truffa ai danni dell’Inps e indebito utilizzo di carta bancomat.

A L'Aquila identificato un cadavere ritrovato la scorsa estate: appartiene a un 81enne, nascosto dai figli per intascare la pensione
Carabinieri (Imagoeconomica).

L’obiettivo era incassare la pensione

Durante la scorsa estate, secondo la ricostruzione, uno dei figli di Delnegro ha trovato l’anziano morto nel proprio letto. Ed è stato allora che lui e la compagna avrebbero deciso di disfarsi del cadavere, nascondendolo nudo in un sacco a pelo, per poi abbandonarlo a 350 chilometri da Trani, a Castrovalva. Tutto questo con un solo obiettivo: incassare la pensione del padre, dal valore di circa 3 mila euro al mese. A dar loro manforte anche altri due dei figli, che hanno tenuto nascosto l’affare. Nel corso dei mesi la somma sottratta indebitamente all’Inps è di circa 60 mila euro.

Delnegro identificato grazie a una protesi

I quattro autori del gesto non si aspettavano che il corpo potesse essere identificato senza documenti né vestiti o oggetti che potessero portare i carabinieri alla casa dell’81enne. Gli agenti del nucleo investigativo, però, hanno rintracciato all’interno del corpo una protesi femorale impiantata nella vittima diversi anni prima del decesso. Da quella e dopo vari accertamenti sono riusciti a restituire al cadavere la propria identità. Secondo la ricostruzione, Bruno Delnegro sarebbe morto intorno al 25 luglio per poi essere abbandonato nella notte tra il 26 e il 27 dello stesso mese.

A L'Aquila identificato un cadavere ritrovato la scorsa estate: appartiene a un 81enne, nascosto dai figli per intascare la pensione
Un’auto dei carabinieri (Imagoeconomica).
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